Terzo mandato, la sconfitta sarda riapre la partita Zaia: «Sarà ripresentato»

Mercoledì 28 Febbraio 2024, 09:33


I LEGHISTI


Sostegni al terzo mandato di Zaia (nel suo caso quarto) arrivano anche da quei leghisti che non sono mai stati etichettati come amici del governatore. È il caso del sottosegretario padovano Massimo Bitonci: «Pensiamoci bene, perché quando hai delle persone come Zaia o Fedriga bisogna cercare di tenerle, non metterle da parte». Sempre Bitonci: «Una coalizione non deve utilizzare il manuale Cencelli guardando magari il voto e i sondaggi politici, ma individuare il candidato giusto. E bisogna essere un po' generosi, soprattutto quando si è sopra».
Netto l'assessore veneto Roberto Marcato: «Non basta il consenso di un leader nazionale per vincere le competizioni territoriali. Immaginare che ci siano "tavoli nazionali" che decidono le candidature sui territori è un errore madornale, nelle regioni il candidato lo devono scegliere le regioni». A costo di strappare l'alleanza: «Dopo Zaia c'è Zaia. Se non ci sarà, allora ci vuole un leghista. Se il centrodestra sarà unito, bene. Sennò, andremo alle urne con una lista Lega, una lista Zaia, una civica autonomista e con tutti quelli che ci stanno». E Nino Minardo, deputato della Lega e presidente della commissione Difesa di Montecitorio: «La coalizione deve agire sul terzo mandato dei governatori per non privarsi di ottimi amministratori come Luca Zaia in Veneto». Il segretario della Lega veneta, Alberto Stefani dice di «non appartenere alla categoria di chi fa 13 il lunedì», ma puntualizza: «Sicuramente ritengo che il voto amministrativo locale e regionale è un voto sulle persone, sulla loro storia e non solo sui partiti. Lo dico da sempre».

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