Elezioni regioanli in Veneto e terzo mandato. Lo stop di FdI alla Lega: «Mancano 500 giorni, pensiamo a lavorare»

Lunedì 18 Marzo 2024, 14:56 - Ultimo aggiornamento: 19 Marzo, 10:58


IL PIANO


Il piano messo a punto dal segretario regionale della Lega veneta, Alberto Stefani, prevede di coinvolgere i 144 sindaci leghisti e i 1000 amministratori locali per dar vita a liste capaci di portare consensi al partito alle prossime elezioni regionali. «Un patrimonio che può tradursi in una chiamata alle armi», è il concetto. Tanto che subito dopo Pasqua Stefani terrà una riunione con consiglieri comunali, assessori e sindaci per delineare la strategia che dovrebbe mettere all'angolo Fratelli d'Italia. Quello che nella base non è chiaro è: l'obiettivo è di mettere all'angolo solo i meloniani o anche gli zaiani? Perché l'idea di creare liste locali con amministratori locali, provincia per provincia, e magari di puntare su un forte rinnovamento anche da punto di vista anagrafico, rischia di far fuori i "vecchi", quelli peraltro che hanno garantito il voto in consiglio regionale in questi quindici anni senza peraltro mai entrare nel toto-nomi della giunta.
In attesa della convocazione dei sindaci da parte di Stefani, il commento di Alberto Villanova, presidente dell'intergruppo Lega-Liga, è improntato alla "cautela": «Manca ancora tanto alle prossime regionali, fare previsioni è un esercizio di astrologia - ha detto Villanova -. Il radicamento sul territorio è la specialità della casa per la Liga veneta, non da oggi. La lista Zaia ne è l'esempio più forte in Italia. Un valore del quale ogni avversario deve tenere conto, una squadra di amministratori locali che si sono stretti intorno ad un fuoriclasse assoluto come il presidente Zaia. In una squadra di calcio, ci sono giocatori, come Maradona, che non sono sostituibili. Ma ben venga se qualcuno vuole scendere in campo al suo fianco. Noi dobbiamo stringerci attorno al nostro governatore, il segretario Alberto Stefani saprà tenere conto di questo squadrone e valutare al meglio il da farsi».

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