Giuliana De Sio: «Ho avuto 5 aborti, il primo a 18 anni con Alessandro Haber. Sarei stata un'ottima madre ma non era destino»

Sabato 6 Aprile 2024 di Luca Uccello
Giuliana De Sio: «Ho avuto 5 aborti, il primo a 18 anni con Alessandro Haber. Sarei stata un'ottima madre ma non era destino»

Giuliana De Sio voleva diventare mamma.

Ci ha provato tante volte, non ci è mai riuscita. «Ci ho provato in tutti i modi ad avere un figlio - racconta a Di Più - anche con l’inseminazione artificiale. Io non credo nel destino, ma evidentemente non dovevo diventare mamma. Ma me lo sento, ne sono convinta: sarei stata un’ottima madre. Quando vedevo la mia pancia crescere ero felice, fantasticavo su come sarebbe stato». Ci ha provato con tutti gli uomini che ha amato. E ne ha amati tanti nella sua vita. Amori veri, non storielle passeggere ma sempre tutte finite per una ragione o per un'altra.

L'amore con Haber

«Con Alessandro Haber, il primo grande amore della mia vita. Avevo 18 anni. (...) Mi aveva rimorchiata per strada, il signor “De Sio”, come scherzando si faceva chiamare. Lo andai a vedere a teatro, ci mettemmo insieme e andammo a convivere, per due, tre anni. Alessandro era un grande attore un po’ matto e io avevo bisogno della sua follia gentile». Un amore che si è consumato presto come rivela ancora al settimanale Di Più: «Litigavamo spesso. Alessandro era un uomo molto geloso e invidioso del successo che stavo ottenendo. Ma fu una storia entusiasmante, la nostra. Lui era molto innamorato. Io un poco meno. Finì per consunzione, per la perdita del bambino e perché a diciotto anni un amore difficilmente può durare».

La malattia di Elio Petri

Poi il cuore di Giuliana fu del regista Elio Petri. «Sapeva ascoltare e per me, che in famiglia non ero stata mai ascoltata da nessuno, era bellissimo. Il nostro fu un grande amore, forse la storia più importante della mia vita. Tra noi c’erano ventotto anni di differenza ed Elio per questo si faceva un sacco di scrupoli». Un amore vero. «Io sono convinta che sarebbe durata a lungo, la nostra convivenza, se un tumore non me l’avesse portavo via a cinquantatré anni. Fu un momento terribile, quello. Quando si ammalò venni estromessa dalla sua vita. La moglie, da cui si era separato, ne riprese il controllo».

Tra le storie di Giuliana De Sio anche una breve relazione con un altro uomo più grande di lei: Gian Maria Volonté.  «A un certo punto mi tirai indietro, contro la sua volontà. Volonté infatti era innamorato di me, voleva continuare la nostra relazione. Per me, invece, la nostra era stata una semplice avventura, sentivo che non era l’uomo giusto».

Il produttore marocchino

Francesco Nuti? «Si innamorò di me - racconta ancora l'attrice al settimanale diretto da Osvaldo Orlandini - Ma io, dopo la morte di Elio, non riuscivo a innamorarmi di nessuno». Sul set marocchino di Casablanca invece «conobbi un produttore marocchino, Abdou Asciuba. Fu un colpo di fulmine. Lui aveva 35 anni, io 26. Mi innamorai di quest’uomo di cultura diversa, di religione diversa, e dall’indubbio fascino. Andai a vivere metà del tempo in Marocco, per stare al suo fianco e scacciare i cattivi pensieri. Rimasi incinta due volte e in entrambi i casi persi il figlio che avevo in grembo. Gli aborti, le sue reticenze e le differenze culturali e caratteriali ci allontanarono».

Poi finalmente l'amore adulto come piace definirlo a lei con un altro regista, Elvio Porta. Fu lui a starle vicino dopo il secondo aborto. «Poco dopo ci innamorammo, rimanemmo insieme per sette anni. Ma con il tempo il nostro rapporto si trasformò. C’era molta amicizia, tra noi, ma poca passione. E così mi innamorai di Giuseppe Fulcheri, un musicista». Quattro anni di grande amore. «Anche con lui provai ad avere un figlio, con l’inseminazione artificiale. Rimasi incinta, ma persi il bambino sempre al quarto mese di gravidanza». Poi fu lasciata. E da quel giorno, «dopo essere stata lasciata per la prima volta, non sono più riuscita a innamorarmi». 

Al collega Lucio Giordano racconta infine che ora le piacerebbe avere un compagno. «Ma tutte le mie storie sono state delle magiche epifanie non cercate, vissute con naturalezza ed entusiasmo adolescenziale. Forse, per questo, non ho mai capito niente dell’amore, nemmeno adesso che ho sessantasette anni»

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