Come funziona
«A causa della sua scarsa vascolarizzazione, questa neoplasia si caratterizza per la quantità limitata di farmaco che riesce a raggiungere le cellule tumorali», spiega Romano Danesi, docente di Farmacologia all'Università di Milano. Proprio per aggirare questa limitazione Nal-IRI - al quale è stato riconosciuto lo status di farmaco orfano, che si riconosce in genere a quelli per le malattie rare - sfrutta la tecnologia delle nanoparticelle liposomiali: il principio attivo (irinotecano) viene veicolato attraverso piccolissime vescicole lipidiche che si accumulano in modo preferenziale nelle cellule del tessuto tumorale liberando qui il farmaco e bloccandone la replicazione.