Influenza da record: medici di base in trincea. «Lavoriamo 12 ore al giorno. Ci sono pazienti con febbre oltre 40 gradi»

Domenica 4 Dicembre 2022 di Alvise Sperandio
Influenza da record: medici di base in trincea. «Lavoriamo 12 ore al giorno. Ci sono pazienti con febbre oltre 40 gradi»
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MESTRE - Sono allo stremo: telefonate, mail, richieste di visite continue, centralini occupati. L'influenza, vista dall'altra parte della barricata, non mette ko solo chi ne è contagiato, ma anche medici di base e pediatri, oltre a chi lavora al Pronto soccorso.
Si va verso il picco, con numeri record anche per gli accessi negli ospedali, ulteriormente sotto pressione, con la presa in carico soprattutto di bambini alle prese con problemi respiratori: anche 50-60 in un giorno solo all'Angelo, fino a 200 se si sommano tutti gli ospedali dell'Ulss 3 Serenissima.

Il primo rimbalzo della crescita esponenziale dei contagi, certificata anche dal sistema di monitoraggio Influnet dei medici cosiddetti sentinella, si ha negli ambulatori dei medici di medicina generale, letteralmente presi d'assalto negli ultimi giorni in cui, peraltro, si sta registrando una ripresa dei casi di contagio da Covid.

LE DIFFICOLTA'

«Le richieste sono moltissime, dalla mattina alla sera», raccontano Tiziana Ponzetto e Federico Cesaro, medici di medicina generale con ambulatorio a Carpenedo e Marghera, entrambi ultra massimalisti avendo accettato la richiesta dell'Ulss di seguire più dei 1.500 assistiti canonici. «Ci sono pazienti che hanno febbre molto alta, oltre i 40 gradi, persistente per giorni, nonostante gli antipiretici. È normale che qualcuno si preoccupi e decida di rivolgersi al Pronto soccorso - dice Ponzetto - Per noi è un tour de force. Lavoro 12 ore al giorno, la pausa pranzo è un boccone veloce. Anche quando sono a casa il mio computer è sempre connesso».
«Riceviamo una marea di telefonate spiega Cesaro e, inevitabilmente, c'è chi trova sempre la linea occupata. Abbiamo potenziato un centralino nuovo, però lo stesso non è possibile rispondere a tutti, non subito almeno. Se c'è un'urgenza prendo la cornetta anche interrompendo una visita in corso. Altrimenti richiamo. Non vado a casa finché non sono riuscito a ricontattare tutti prima di sera».

IN APNEA

I medici si organizzano con numeri di cellulari e indirizzi email appositi, a cui dedicano alcune ore della giornata al mattino o alternativamente al pomeriggio a seconda degli orari di apertura dell'ambulatorio cui si accede per appuntamento. Si aggiungono, poi, le visite a domicilio nel caso di pazienti che non possano muoversi da casa, ad esempio perché anziani o fragili, in aumento in questo periodo. «Siamo in apnea già da un pezzo affermano i due medici dopo tutto quello che abbiamo passato con il Covid. Nelle ultime settimane c'è stata la campagna vaccinale antinfluenzale che ormai volge al termine, perché abbiamo somministrato praticamente tutte le dosi a disposizione. Inutile dire che vaccinarsi è importante sia contro il Covid sia contro l'influenza, anche perché ci aiuta a differenziare l'eventuale diagnosi essendo i sintomi sovrapponibili nei due contagi. Consigliamo la profilassi anche a chi è in buona salute e non rientra tra le categorie che ne hanno diritto gratis».

EFFETTO COVID

C'è poi un altro elemento da considerare: «Durante la pandemia continua Ponzetto sono saltati esami e accertamenti che una buona parte di pazienti domanda adesso di recuperare. Anche questo è un surplus di richieste di cui dobbiamo farci carico». In vista delle festività e delle occasioni conviviali che, in ambienti chiusi, potrebbero favorire la circolazione dei virus, il consiglio è di essere sempre prudenti e usare le mascherine: «E se ci si ammala conclude Cesaro è fondamentale rispettare i giorni necessari di convalescenza per poter guarire bene, senza affrettare il rientro a scuola o al lavoro che potrebbe portare a una ricaduta, per il diretto interessato, e a una catena di nuovi contagi per chi lo frequenta».

Ultimo aggiornamento: 5 Dicembre, 11:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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