Vajont, frana "pilotata": il procuratore
esclude la ripetizione del processo

Mercoledì 2 Ottobre 2013
Il Vajont dopo il disastro
BELLUNO - Qualunque siano le conclusioni a cui la magistratura potr arrivare analizzando i verbali del processo di 50 anni fa sul dramma del Vajont non verr ripetuto un procedimento. Lo ha confermato oggi il procuratore capo di Belluno Francesco Saverio Pavone annunciando che solo nei prossimi giorni analizzerà più attentamente gli atti dei documenti che gli sono stati consegnati.



Si tratta degli atti legati alla testimonianza fatta in fase istruttoria 50 anni fa dal notaio Isidoro Chiarelli secondo il quale la frana del 9 ottobre 1963 venne "pilotata" dai tecnici della Sade. estimonianza riportata in questi giorni alla luce dalla figlia Francesca Chiarelli con una lettera al Gazzettino, tesi confermata anche da un altro figlio del notaio, passo questo che ha indotto la procura bellunese ad aprire un'inchiesta.



«Penalmente sono già stati individuati i responsabili - ha spiegato il magistrato sottolineando ancora una volta che si tratta di un'indagine conoscitiva - e quasi tutti sono ormai deceduti. In ogni caso tutto è stato prescritto. Civilmente forse potrebbero esserci risvolti che ancora non conosco. Se emergessero novità forse si potrebbe incidere eventualmente su un diverso risarcimento dei danni».
Ultimo aggiornamento: 3 Ottobre, 12:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA