Carminia Maria Della Corte, oncologa presso l’Università della Campania Vanvitelli, ha vinto uno dei “grant” destinati ai giovani ricercatori da Fondazione Airc (My First Airc Grant).
Perché si è dedicata agli studi in oncologia?
«Ho deciso di diventare medico oncologo per essere di sostegno e aiuto agli altri. Durante gli anni di medicina ho scoperto la mia passione per gli studi sulla biologia dei tumori, ma il momento fondamentale per questa scelta professionale è stato il mio primo giorno da studentessa interna nel reparto di oncologia; qui ho incontrato pazienti che affrontavano le terapie con immensa speranza e tanta fiducia nei medici. E ho sentito che la mia vocazione era proprio lì».
Ricorda una persona che l’ha colpita in particolare?
«Sì, I. R., affetto da tumore del polmone. È il primo paziente che ho arruolato in uno studio clinico nel 2016 e che oggi è ancora vivo e in cura grazie a quel trattamento. Le sue parole per me sono state una grande ispirazione: “Partecipo a questo studio su un farmaco sperimentale perché alla sua base c’è la ricerca di tanti medici. Se non andrà bene per me, lo avrò fatto per i pazienti del futuro. Perché la ricerca è una missione che dobbiamo portare avanti insieme, ricercatori e pazienti”».
Su cosa verte la sua ricerca sostenuta dal grant Airc?
«L’obiettivo di questo progetto, che riguarda il tumore del polmone a piccole cellule, è identificare nuove combinazioni di terapia (farmaci biologici più immunoterapia) e i relativi marcatori, per selezionare accuratamente i pazienti da allocare a un determinato trattamento. Più in particolare, cercheremo di individuare nuove combinazioni di terapie per superare la resistenza all’immunoterapia in queste forme tumorali».
Cosa rappresenta per lei l’Airc?
«Airc è stata presente nella mia crescita professionale per due aspetti. Il primo, come esempio di sostegno alla ricerca accademica: i miei mentori sono stati a loro volta vincitori di un grant Airc per progetti ai quali ho avuto l’opportunità di lavorare. Il secondo modo con cui Airc è entrato nella mia vita è stato attraverso l’esperienza di volontaria, a supporto dell’iniziativa “L’azalea della ricerca Airc”. Mi ha dato modo di conoscere tanti soci sostenitori Airc, che con la loro fiducia nella missione congiunta di medici e pazienti nella lotta al cancro, ci infondono forza e ci stimolano a essere ancora più incisivi nel nostro lavoro. Per questo, invito a destinare il 5 per mille all’Airc e a venire in piazza degli Artisti a Napoli venerdì 19 e sabato 20 aprile, per incontrare me e altri ricercatori per parlare di scienza e delle nostre ricerche».
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