Propositi spropositati per il 2024: da calore a gentilezza, una parola per ogni mese dell'anno

L'invito a splendere per tutto l'anno seguendo il calendario delle parole di Michela Andreozzi

Sabato 6 Gennaio 2024 di Michela Andreozzi
Propositi spropositati per il 2024: da calore a gentilezza, una parola per ogni mese dell'anno

Ho sempre immaginato l’anno solare come un gioco dell’Oca: la casella del via a Gennaio, il Carnevale e poi la Pasqua sulla prima curva; la Primavera aggrappata alla coda della fine della scuola; l’estate che inizia con il mio compleanno, poi il mare e la montagna, su un’altra curva il primo vento e le calze, il vino rosso, i carciofi, poi Natale e di nuovo da capo. Dopo un anno che ha preso a pugni in ogni modo possibile la pace, la fiducia, la nostra integrità, ho molti spropositi - o propositi spropositati - per il 2024, che già si presenta bisestile. Non un buon inizio, ma davanti alle difficoltà, che ci spettinano controvento, think big, dicono gli inglesi. Bisogna gettare il cuore oltre l’ostacolo, guardare ai problemi dal lato delle soluzioni e davanti alle difficoltà pensarsi più grandi. Pensiamo grande, che un desiderio condiviso alla fine diventa una speranza. Ho condiviso parole con voi, e lo considero un privilegio. Amo le parole anche più del dovuto. Possono essere piuma, ferro e sassi. «Io credo soltanto nella parola. La parola ferisce, la parola convince, la parola placa. Questo, per me, è il senso dello scrivere», diceva Ennio Flaiano.

E così, non potendo raggiungervi se non con le parole, ne ho scelte dodici da regalarvi, una per mese.

A Gennaio, il mio dono è: Calore. Calore buono dove il gelo dei conflitti non dà pace agli occhi e alle mani, zuppe e abbracci in dosi massicce; scarponi a sciogliere i passi falsi e tutte quelle volte che abbiamo calpestato un diritto, una bandiera, una voce. In Febbraio, Tregua: dai giudizi sul corpo dell’altro, dalla politica dell’altro, dalla malattia dell’altro, dalle scelte dell’altro. Tregua che diventa riflessione, rispetto e resa. Marzo, Ombrelli. Sotto cui stringersi insieme. Ombrelli pieni di occhi attenti contro la pioggia silenziosa della solitudine che così spesso, e in segreto, ci tocca tutti anche in mezzo al frastuono del mondo. Che poi, basterebbe dirselo per essere meno soli. Ad Aprile, Cani. Scappati dalle gabbie, salvati da abbandoni, mai più soli, spauriti, affamati, e finalmente amati. Cani in mezzo a prati di narcisi, che corrono con i musi all’insù. Felicità nell’erba, fiori e qualche puzza e noi a correre con loro, e via la giacca anche coi brividi, che un po’ sarà il fresco, un po’ l’emozione.

Maggio è Donna, anzi Donne. Madri coraggio e madri spaventate, mai madri, mai più madri, donne libere di scegliere, padrone del tempo, capaci di invecchiare o sopravvivere, di esistere nella gioia, resistere nella corrente, con dieci gatti o un pappagallino verde che ci ripeta «tu sei bella». Ragazze che amano ragazze, che imparano ad amare se stesse o che almeno smettano di odiarsi. In Giugno, Maschi. Nuovi. Coscienti e vivi, amici e spalle su cui ridere, amanti su cui dormire, risvegliati dal sonno della paura, portatori sani di pace e sicurezza. A Luglio, Vento. Vi auguro un vento che pettini. Vento dai finestrini, tra le ruote, spifferi nel cuore come porte aperte sulle verande e gonne come bandiere attaccate ai motorini. Viaggiare. Brezze ed ebbrezze. Venti di sabbia. Pellegrinaggi d’amore, abbracci al sale, un bacio in ogni luogo e sete di vedere.

Agosto, che è sempre un tempo di oblio, lo dedico alla Memoria. Per non dimenticare chi non è, chi non può, chi non riesce, chi è fermo o fermato, chi non vuole più. Per Settembre, Inizio. Come a scuola, con i quaderni vergini, nelle vigne, tra le foglie nei viali. Auguro a tutti noi di non perdere mai il potere di dare inizio, non importa a cosa, non importa quando, è un buono valido per sempre. In Ottobre: Cura. Un miracolo, un vaccino, un trapianto di bene. Una terapia per l’Ego, così cagionevole, sempre pronto a cadere preda di illusioni ed incubi, così insicuro, esposto, tradito. A Novembre, Segreto. Nel silenzio della meditazione, della preparazione, dei semi a germogliare nell’ombra, nella liturgia di un buio che è calma e necessità. Per Dicembre, tra un anno, Gentilezza, nonostante tutto e oltre ogni ragionevolezza, ora e sempre. «Sono solo parole» diceva Noemi, ma se non possiamo mutare il mondo attorno a noi possiamo cambiare almeno quello dentro di noi, iniziando dalle parole. Mi vengono in soccorso quelle di Emily Dickinson, che sapeva bene come usarle: «Non conosco nulla al mondo che abbia tanto potere quanto la parola. A volte ne scrivo una e la guardo, fino a quando non comincia a splendere». Non abbiate paura di splendere anche voi.

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