Poteva finire in tragedia, l’ennesima provocata in strada da chi si mette alla guida ubriaco. Solo il caso, e l’esperienza di un vicebrigadiere dell’Arma, hanno impedito il peggio l’altra sera nel centro di Colleferro, cittadina a sud della Capitale.
Carabinieri morti nell'incidente, la 31enne che ha speronato la pattuglia positiva a cocaina e alcol
Ma riavvolgiamo il nastro del film. Tutto succede intorno alle dieci di giovedì sera. Corso Garibaldi, lo stradone principale di accesso al centro di Colleferro è abbastanza trafficato, come sempre. All’improvviso spunta l’auto blu che schizza a destra e sinistra come un proiettile impazzito. Prima finisce la sua corsa contro un muretto, poi va a schiantarsi contro le transenne parapedonali del parcheggio coperto. La scena non sfugge a una pattuglia dei carabinieri che sta controllando il territorio. Il vicebrigadiere temendo che dentro la Golf il conducente sia ferito, scende dalla radiomobile e si avvicina per sincerarsi delle sue condizioni. Ma il marocchino appena si accorge dell’uomo in uniforme, dopo l’apertura dello sportello, prima effettua una brusca retromarcia, poi riparte a forte velocità, nonostante avesse pure uno pneumatico bucato. Con l’altra ruota sale addirittura sul piede del militare, provocandogli uno schiacciamento dell’arto. Il carabiniere viene trascinato per alcuni metri, riesce a evitare di essere travolto e quando vede arrivare un’altra vettura in senso contrario, molla la presa. Non si perde d’animo. Anzi. Risale sull’auto di servizio e con il collega si lancia all’inseguimento del veicolo in fuga. Dopo qualche chilometro, il 34enne, sbanda di nuovo paurosamente andando a sbattere contro il cordolo della rotonda di via Carpinetana, all’altezza di Valle Settedue. I tre (che non hanno riportato ferite) sono scesi dal mezzo e hanno tentato ancora la fuga a piedi, ma sono stati bloccati.
TASSO ALCOLEMICO
Il marocchino, residente a Colleferro, aveva un tasso alcolemico tre volte superiore al consentito e in passato gli era già stata ritirata la patente per guida in stato di ebbrezza. «Avevo paura di perderla di nuovo quando ho visto il carabiniere e non potere più andare a lavorare al mercato, a Roma, per quello ho provato a scappare», la sua giustificazione. Quindi è scoppiato in lacrime. È stato arrestato e condotto nel carcere di Velletri. Dovrà rispondere dall’accusa di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, nonché di guida in stato di ebrezza. Liberi gli altri due.