Riforme, dal premierato all'autonomia, dalla giustizia al fisco: la roadmap del governo Meloni

«Questo dovrà essere anche l'anno delle grandi riforme», ha detto la premier in cdm. La prima sulla lista è quella costituzionale che, secondo il capogruppo di FdI alla Camera Tommaso Foti, sarà pronta entro l'estate

Martedì 29 Agosto 2023 di Riccardo Palmi
Premierato, autonomia, giustizia e fisco: la roadmap delle riforme del governo Meloni

«Questo dovrà essere anche l'anno delle grandi riforme». Giorgia Meloni aspetta la fine del suo discorso in cdm per parlare dell'eredità politica che vuole lasciare al termine della legislatura. Interventi che caratterizzino il suo mandato da premier al di là della gestione dell'ordinario e dell'emergenziale. Ai ministri, la premier ricorda che la priorità va alla riforma costituzionale, «sulla quale il ministro Casellati è pronta con una proposta che centra i due obiettivi che ci prefiggiamo: dare stabilità ai governi e far decidere ai cittadini chi debba governare». Il premierato sarà «uno dei primi provvedimenti che vareremo, ma ci sono anche il completamento dell'autonomia differenziata, la riforma della giustizia, la delega fiscale che dobbiamo portare a compimento».

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La riforma presidenziale 

La riforma costituzionale «sarà pronta entro fine estate», nel segno del premierato, aveva dichiarato ieri il capogruppo FdI alla Camera Tommaso Foti. E lo sarà con o senza l'appoggio delle opposizioni, aggiunge. Le riforme infatti «si possono fare bipartisan se tutte le parti rinunciano a qualcosa, e noi l'abbiamo fatto. Ma non è che chi perde le elezioni può decidere le riforme al posto di chi ha vinto». Una proposta definitiva, come detto, non c'è ancora: intanto però si registra già l'adesione al progetto di Italia viva (il "sindaco" d'Italia è un vecchio pallino di Matteo Renzi) e lo smarcamento di Carlo Calenda: l'elezione diretta del presidente premier, afferma «non c'è in nessuna parte del mondo perché, così facendo, il presidente della Repubblica, se non più eletto dal popolo, di fatto non conta più niente» E poi, aggiunge, «così, non puoi mai sfiduciare il presidente del Consiglio, senza far cadere la legislatura.

Quindi succede che ti tieni il premier anche se è il peggiore di tutti». Anche su questo punto (come già sul salario minimo) il leader di Azione si schiera accanto a Pd e M5s.

Autonomia

Nel giorno delle minacce di morte indirizzate a Roberto Calderoli (padre della riforma autonomista e ministro competente), il governo ha ribadito la volontà di andare avanti sulla riforma dell'Autonomia. Nell'ultimo voto al Senato prima della pausa estiva, ad agosto, era stato però rimandato a settembre il voto sugli emendamenti alla riforma per consentire le audizioni del Comitato sui Lep (li ivelli essenziali di prestazione nel Paese che, secondo le opposizioni, sarebbero a rischio in caso di varo della riforma). Peraltro, in quei giorni, si era registrato l'addio (polemico) di quattro saggi del Comitato sui Lep. Sempre a inizio mese, è stato deposistato un emendamento di Alberto Balboni (FdI): esso prevede che per l'individuazione dei Lep il Governo dovrà adottare uno o più decreti legislativi entro 24 mesi dalla data di entrata in vigore del disegno di legge, togliendo quindi il riferimento ai dpcm (come previsto attualmente). Ogni decreto legislativo dovrebbe essere poi trasmesso alle Camere chiedendo i pareri delle commissioni competenti: insomma, i tempi si allungherebbero.

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Giustizia

Sempre al Senato approderà a settembre la riforma della Giustizia targata Nordio. Tra le novità introdotte, ci sono l'abolizione dell'abuso d'ufficio, il ridimensionamento del traffico di influenze, la stretta sulle intercettazioni, la previsione di un collegio di giudici per la custodia cautelare in carcere, il divieto per la Procura di impugnare sentenze di assoluzione per molti reati. Ma anche nuove assunzioni di magistrati per rafforzare un organico ad oggi insufficiente. Il governo è intenzionato a difenderla, ma ovviamente non sono esclusi ritocchi in Aula. Il prossimo passo in ogni caso, rimane la scelta degli esperti da audire da parte della presidente della Comissione Giustizia al Senato, la leghista Giulia Bongiorno, e degli altri senatori in Commissione. Pd, M5s e Avs punteranno nelle audizioni su quei magistrati contrari all'abolizio dell'abuso d'ufficio.

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Fisco

Sempre prima della pausa estiva, alla Camera è stata approvata la delega fiscale: il governo avrà due anni di tempo per varare «una riforma chiara ed organica che l’Italia aspettava da cinquant'anni» ha detto la premier Meloni. Più nello specifico, essa prevede la riduzione delle aliquote Irpef, da quattro (23%, 25%, 35% e 43%) a tre ma anche una tassazione agevolata su straordinari, tredicesima e premi di produttività. E ancora, un concordato preventivo biennale per le partite Iva e le Pmi (che così potranno sapere in anticipo quanto pagheranno), superamento dell'Irap e premi per i cittadini virtuosi o per quelli che scelgono di collaborare con il fisco.

 

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