Venezia. Spinto in acqua da uno sconosciuto: «Per dieci minuti ho pensato "Adesso muoio". Ma un giovane si è buttato e mi ha salvato. Gli devo la vita»

Domenica 31 Marzo 2024 di Michele Fullin
Venezia. Spinto in acqua da uno sconosciuto

VENEZIA - «Per dieci minuti ho pensato "adesso muoio". Invece, grazie al provvidenziale tuffo di Pietro, sono ancora qui a raccontarlo». Roberto Zoccolan è stato spinto in canale davanti al portone di casa sua da uno sconosciuto, che poi è fuggito. È accaduto a mezzanotte e 20 di venerdì, in fondamenta de le Procuratie proprio di fronte al carcere di Santa Maria Maggiore.

Non è infatti un caso che tra i primi ad accorrere sul posto siano stati alcuni agenti di polizia penitenziaria, le cui telecamere potrebbero aver ripreso la scena. Zoccolan, che non sa nuotare, è rimasto ad annaspare nell'acqua fredda per una decina di minuti, in una zona dove di notte non passano poi molte persone. I soccorritori del Suem 118 erano usciti in codice rosso e con un medico a bordo della barca. In effetti, il principio di annegamento c'era e così pure l'ipotermia. In poche ore, però, è rientrato tutto e il mattino seguente si è recato a sporgere denuncia alla polizia.

Il fatto inquietante in sè non è tanto l'uomo in acqua, quanto ciò che può accadere la notte in una città considerata sicura come lo è Venezia. In realtà, chi si muove tardi certe cose le nota e dopo una certa ora, quando non gira nessuno, le uniche persone che si incrociano sono quelle che si spera tirino dritto.


IL FATTO
«Vivo tra Venezia e Padova - racconta - e quella sera mia moglie era a Padova e io a Venezia. Stavo per aprire il portone di casa quando a mezzanotte e un quarto ha chiamato mia moglie. D'istinto, invece di entrare, sono rimasto sulla fondamenta a camminare. Ad un certo punto, ho sentito un forte spintone alla schiena, al fianco sinistro e sono volato al centro del rio di Santa Maria Maggiore urlando. Erano le 0.23, quando mia moglie ha visto la telefonata interrompersi. Guardando un istante in fondamenta, ho visto scappare un uomo vestito di scuro, forse con una tuta e un cappello con il frontino. Le forze dell'ordine mi dicono essere la "divisa" dello spacciatore magrebino. E non ha detto una parola».
Il problema è che da quelle parti non è che passassero poi tante persone.


IL SALVATAGGIO
«Sono arrivati dapprima due ragazzi molto giovani - prosegue il racconto - credo non sapessero nuotare ed erano saliti su una barca tendendomi la mano. Ma non era sufficiente, perché io ero proprio al centro del canale. Mentre io cercavo di rimanere lucido, lavoro nel pronto intervento a Cav, la concessionaria autostradale, loro sembravano paralizzati dal panico. Io non so come sono rimasto a galla così tanto tempo. Forse mi ha tenuto in vita il pensiero di mia madre, che aveva già perso un figlio».


Poi, finalmente, è arrivato un giovane che ha capito la situazione, si è tolto gli abiti pesanti di dosso e si è buttato in canale


«È arrivato come un fulmine - aggiunge Zoccolan - e mi ha letteralmente buttato sulla fondamenta. Un vicino del condominio ha portato giù due coperte, una per me e uno per il mio soccorritore mentre arrivavano i soccorsi e mia moglie prendeva un taxi da Padova. Alla fine, ho recuperato molto presto e ho fortunatamente solo qualche giorno di prognosi. Per questo, però, anche se dovesse essere preso, quell'uomo potrebbe essere perseguito solo per lesioni e non per tentato omicidio. Così mi hanno detto e la trovo una cosa incredibile. A chi legge dico: non distraetevi la notte perché può capitare anche questo. Negli ultimi 5 anni purtroppo Venezia è cambiata molto di notte».

Ultimo aggiornamento: 3 Aprile, 08:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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