Bus, il silenzio della Procura sulle perizie tecniche. Le immagini choc delle telecamere interne

Domenica 31 Marzo 2024 di Gianluca Amadori
Bus, il silenzio della Procura sulle perizie tecniche. Le immagini choc delle telecamere interne

MESTRE - Resta coperto ancora dal più profondo riserbo l'esito delle perizie tecniche sul bus precipitato a Marghera il 3 ottobre dello scorso anno, provocando la morte di 21 persone, compreso l'autista, e il ferimento di altre 15.


Accertamenti tecnici su strada, guardrail e sterzo

Il termine concesso ai consulenti della procura per depositare le conclusioni relative ai due principali accertamenti - sulle condizioni della strada e del guardrail del cavalcavia superiore, e sulla rottura dello sterzo del bus - è scaduto tra il 28 e il 29 febbraio, cioè più di un mese fa.

Ma da allora non si è saputo più nulla: neppure le difese hanno novità. La procura non ha ancora inviato alcuna comunicazione: né l'avviso di deposito, mettendo loro a disposizione i risultati delle perizie, né l'eventuale proroga dei termini. E la sostituto procuratore che coordina le indagini, Laura Cameli, si trincera dietro la barriera di un insuperabile "no comment".


Top secret


Sia che sia stato concesso più tempo ai consulenti per tirare le fila della perizia, sia che la relazione sia già stata depositata in procura, la pubblica accusa ha scelto di far calare il silenzio totale sull'inchiesta, probabilmente per poter studiare con calma la documentazione e decidere il da farsi senza il fiato sul collo delle altre parti processuali. La pm Cameli potrebbe anche decidere di tenere tutto riservato fino alla chiusura delle indagini preliminari, per poi mettere le consulenze a disposizione delle parti contestualmente al deposito degli atti, la procedura che precede la richiesta di rinvio a giudizio: non vi è infatti alcuna norma che obblighi la procura a far conoscere i risultati delle perizie non appena ricevute le relazioni dei propri consulenti tecnici. E in ogni caso, un eventuale deposito "ritardato" non prevede alcun tipo di sanzione in quanto le difese potranno studiare l'esito delle perizie in occasione della chiusura delle indgaini.


Immagini scioccanti


La strada del silenzio, oltre che per motivi legati ad esigenze di indagine, potrebbe trovare una spiegazione anche per ragioni di opportunità, con particolare riferimento all'avvenuta acquisizione e decodifica delle registrazioni dalle telecamere interne al bus: immagini sicuramente cruente, probabilmente utili per la ricostruzione della dinamica, ma di cui risulterebbe poco opportuna una eventuale diffusione pubblica, per rispetto delle vittime e per evitare turbamento. Per il momento l'unico accertamento di cui sono trapelate le conclusioni è quello autoptico sull'autista: il consulente medico legale della procura esclude che sia stato un malore, legato a problemi cardiaci, a far perdere il controllo del bus: Alberto Rizzotto è morto a causa delle lesioni riportate nello schianto sull'asfalto, dopo un volo di una decina di metri.


Indagati e risarcimenti


Dall'esito degli accertamenti tecnici dipende il destino dei risarcimenti spettanti alle vittime, oltre a quello dei 4 indagati. Sotto inchiesta sono finiti Massimo Fiorese, amministratore delegato della società La Linea, proprietaria del bus, e tre tenici del Comune: il dirigente dei Lavori pubblici, nonché responsabile della manutenzione della strada, Simone Agrondi (l'ultimo ad essere stato iscritto nel registro degli indagati) e due funzionari a lui sottoposti, responsabili rispettivamente del settore Viabilità e delle Manutenzioni, Roberto Di Bussolo e Alberto Cesaro.

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