Caso Ferragni: l'avvocato trevigiano Corrado al tavolo dell’Agcom sulle regole degli influencer

Martedì 16 Aprile 2024 di Giuliano Pavan
Daniele Corrado, l'avvocato trevigiano al tavolo dell'Agcom per scrivere le regole degli influencer

TREVISO - Lo scandalo legato al pandoro Balocco sponsorizzato per beneficenza da Chiara Ferragni è stato solo l’apice di una battaglia che va avanti da tempo. E che ha accelerato i lavori dell’Agcom, l’autorità garante per le comunicazioni, nello stilare un codice di condotta per gli influencer. E al tavolo per definire le linee guida (alcune già delineate, ndr) siede anche l’avvocato Daniele Corrado, dello studio MDA, l’unico trevigiano tra i 70 “garanti” che rappresentano le associazioni di comunicazione digitale e i sindacati. «Si tratta di un lavoro complesso che ha come primo obiettivo quello di stilare un codice di condotta, ovvero delle regole a cui devono sottostare gli influencer per non incorrere in sanzioni - afferma il legale trevigiano - In secondo luogo è necessario individuare dei sistemi di trasparenza e di riconoscibilità (sapere e far sapere la vera identità di chi produce contenuti sui social media, ndr)».

LE ATTIVITÀ

Avvocato civilista dal 2008, cassazionista dal 2021, responsabile dell’area lavoro e previdenza dello Studio MDA, l’avvocato Corrado al tavolo dell’Agcom rappresenta Uniarts, l’associazione sindacale che tutela gli artisti del settore dello spettacolo e della musica (e cura, ad esempio, i rapporti con le major). I personaggi pubblici, infatti, sono per natura coloro che hanno più seguaci avendo un’esposizione mediatica di rilievo. E di conseguenza anche coloro che rischiano di utilizzare i social media in modo inappropriato, ovvero per tornaconto personale, se non vengono codificate delle regole. «Il primo passo è quello di creare un albo degli influencer e dei content creator - continua l’avvocato Corrado - È necessario distinguere, realizzando appunto un elenco, chi fa questo lavoro da professionista. E che come ogni professionista deve osservare un certo tipo di comportamenti». Un primo criterio per stabilire chi si può definire un influencer è (cosa abbastanza scontata) il numero di follower. «Come numero minimo stiamo parlando di un milione di “seguaci”, non su una sola piattaforma ma su tutti i canali social a disposizione, che sia Instagram, Tik Tok, YouTube o Facebook».

IL PERICOLO

Stop dunque alle pubblicità ingannevoli, agli atti di beneficenza mascherati per incassare denaro, alle sponsorizzazioni subliminali per far acquistare prodotti. Ma il pericolo reale, che emerge proprio dall’attività del tavolo Agcom, è quello che riguarda il piano finanziario e politico. Ovvero, per dirla con parole semplici, la propaganda dei partiti per incamerare voti (e plasmare l’opinione pubblica) e le truffe che si nascondono dietro a investimenti spacciati per sicuri e redditizi quanto in realtà sono ad alto rischio. «I lavori dell’Agcom sono rivolti soprattutto alle nuove generazioni, ai giovani - chiude l’avvocato Corrado - che passano molto più tempo sui social ma hanno meno competenze per poter distinguere la realtà dalla finzione.

Un tema su cui l’Europa ha posato l’attenzione da tempo e che è la principale fonte di preoccupazione per la collettività».

Ultimo aggiornamento: 20:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci