ROVIGO Nel piatto il nero, ma non di seppia: un lavoratore su dieci, in un ristorante su cinque, è risultato occupato senza alcuno straccio di contratto. Seppure il campione sia ridotto, 15 esercizi di ristorazione e 53 lavoratori controllati, cinque dei quali risultati in nero, e seppure i controlli siano stati in qualche modo mirati perché preceduti da un’attività d’indagine, i numeri sono eloquenti. E sono il bilancio dei controlli nel settore della ristorazione del Nucleo Carabinieri dell’Ispettorato territoriale del Lavoro di Rovigo che in questa estate, nella prevenzione e repressione dello sfruttamento del lavoro e di quello sommerso e irregolare, nonché per verificare il rispetto delle normative sulla tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, hanno visitato 15 attività, da un capo all’altro del Polesine, individuate sulla base di elementi forniti dall’Arma territoriale, dall’Ispettorato territoriale del Lavoro e dall’esame di banche dati.
NEL MIRINO
Le principali irregolarità sono emerse a Lendinara, Porto Viro, Melara, Rovigo, Occhiobello e Adria.
ALTRE ATTIVITÀ
Le irregolarità sono un’esclusiva del settore della ristorazione: a luglio il Nucleo Carabinieri dell’Ispettorato territoriale del Lavoro aveva visitato dieci laboratori tessili, per sei dei quali è scattata la sospensione dell’attività, con sette lavoratori in nero trovati all’opera, cinque dei quali cinesi clandestini, mentre a giugno era toccato ai cantieri edili e su 17 attività visitate, a Rosolina, Occhiobello, Badia, Fratta, Ficarolo e Lendinara, sono stati trovati tre lavoratori in nero, due dei quali clandestini, con 34 violazioni in materia di sicurezza accertate e sette provvedimenti di sospensione dell’attività, sei per gravi motivi di sicurezza e uno per lavoro nero.