Tamponamento tra vicini, mamma finisce a processo per resistenza

Sabato 27 Aprile 2024 di Marco Aldighieri
TAMPONAMENTO TRA VICINI - Mamma finisce a processo per resistenza a pubblico ufficiale

CASALSERUGO (PADOVA) - Un banale litigio per un tamponamento tra vicini di casa, è costato a una mamma di 39 anni un processo.

La donna, Iliana Mary Alarcon venezuelana ma cittadina italiana dal 2011, deve rispondere dei reati di resistenza, oltraggio e minacce a pubblico ufficiale. La discussione e la lettura della sentenza, davanti al giudice del Tribunale monocratico, sono state fissate per il 2 di maggio.


I FATTI
Correva l’anno 2018, quando il 26 di luglio una coppia di vicini a bordo di una Dacia Duster nel fare manovra per uscire di casa, ha urtato una Mini di proprietà del fratello dell’imputata. La 39enne, vista la scena, ha chiesto spiegazioni ai due. Ma marito e moglie per nulla convinti di avere urtato il veicolo, hanno negato tutto. La tensione è salita, fino a quando il proprietario della Dacia ha chiamato il 112. Da lì a poco, in via Boccaccio, sono intervenuti i carabinieri. Secondo l’accusa, rappresentata dal pubblico ministero Maria D’Arpa, la mamma per nulla collaborativa avrebbe sferrato calci e pugni contro i due militari. Avrebbe anche spinto un uomo dell’Arma contro il cancello della sua abitazione e poi lo avrebbe richiuso bloccando i due carabinieri nel giardino di casa sua. La 39enne a questo punto è stata ammanettata e portata in caserma a Piove di Sacco.


LA DIFESA
La mamma, affiancata dal legale Ernesto De Toni, dopo essere stata rilasciata ha presentato una denuncia in Questura contro i due carabinieri con l’accusa di lesioni personali aggravate dall’avere commesso il fatto con l’abuso dei poteri e della finalità di discriminazione razziale. Secondo la donna, infatti, i militari la avrebbero insultata con frasi come “extracomunitaria di m...”. Inoltre, nella denuncia, la 39enne ha scritto di essere stata ammanettata nella caserma di Piove a un tubo del muro in corridoio, e di avere riportato lesioni guaribili in dieci giorni. 
I due uomini dell’Arma sono finiti iscritti nel registro degli indagati. Il pm D’Arpa ha affidato le indagini agli stessi carabinieri e ne ha poi chiesto e ottenuto l’archiviazione con sentenza del 18 maggio del 2019 da parte dell’allora Gup Margherita Brunello. Al processo si è costituito parte civile solo uno dei due carabinieri, con l’avvocata Manuela Girardo. La mamma, che si è sempre professata innocente, ha anche ricordato agli inquirenti di avere lavorato in più di una occasione come interprete di lingua spagnola proprio per polizia e carabinieri. 

Ultimo aggiornamento: 17:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci