VENEZIA - Prenderà forma oggi, con la presentazione in sede di Affari istituzionali, la commissione speciale d'inchiesta sulla gestione della pandemia in Veneto.
LE DUE PUBBLICAZIONI
Nell'edizione di domenica, Il Gazzettino aveva dato conto del commento pubblicato il 17 aprile dalla prestigiosa rivista britannica, firmato da 5 scienziati e intitolato Chiarire le prove sui test rapidi dell'antigene Sars-CoV-2 nelle risposte di salute pubblica a Covid-19. L'indomani Alberto Villanova, portavoce dell'intergruppo formato da Zaia Presidente e Lega, aveva annunciato l'intenzione di acquisire quel lavoro agli atti della commissione d'inchiesta: «Il momento della verità si avvicina», aveva commentato.
Lunedì lo speaker delle minoranze Lorenzoni aveva diffuso un comunicato che iniziava così: «Il paper di The Lancet, sulla base del quale si sviluppa l'intero impianto di difesa dell'approccio veneto ai tamponi rapidi nella seconda ondata pandemica, afferma chiaramente che il test antigenico non andrebbe fatto sulle persone asintomatiche». Lo stesso professore aveva invitato «coloro che a tutt'oggi difendono a spada tratta i test rapidi e antigenici di prima generazione (meglio che niente, la loro posizione) a leggere attentamente l'articolo scientifico che esplicita la questione», allegandone il link. In realtà quel collegamento porta a una pagina inesistente. Cercando il testo inglese citato da Lorenzoni nella versione online della rivista, si può facilmente verificare che si trova all'interno di un diverso studio, pubblicato il 7 aprile, firmato da altri 13 scienziati e intitolato (traduzione nostra) Confronto fra sette test antigenici rapidi commerciali per Sars-CoV-2 nel punto di cura: uno studio di valutazione di laboratorio monocentrico. Nel merito i risultati delle due pubblicazioni possono dunque essere discussi e criticati, con la consapevolezza però che si tratta di studi completamente diversi. Anche se Lorenzoni non se n'è accorto.
IL CASO ZAMBON
Intanto continua a tenere banco il caso di Francesco Zambon. Villanova chiederà la sua audizione in commissione d'inchiesta: «È interesse di tutti i veneti capire quante pressioni abbia subito l'ex funzionario e medico che coordinò il report che venne poi messo da parte». La difesa dell'indagato Ranieri Guerra ha presentato una memoria alla Procura di Bergamo in cui afferma che «nessuna interferenza neppure indiretta né alcun contributo di sorta può essere ravvisato nelle condotte» dell'ex direttore aggiunto dell'Oms.