Legge elettorale regionale: terzo mandato e sindaci con il 40%. Dura critica dell’opposizione. Oggi il voto

Il Pd attacca: "Contrari al terzo mandato, perché c'è il rischio di un accentramento di potere che poi renderebbe quelle cariche a vita"

Giovedì 21 Marzo 2024 di Elisabetta Batic
Legge elettorale regionale: terzo mandato e sindaci con il 40%. Dura critica dell’opposizione. Oggi il voto

Terzo mandato possibile per i candidati sindaci nei Comuni fino a 15mila abitanti (anziché fino a 5mila) e la previsione che in quelli sopra i 15mila abitanti, il candidato sindaco venga proclamato eletto al primo turno con il 40 per cento dei voti validi (grazie ad un emendamento bipartisan) anziché il 50 per evitare il ballottaggio. Sono le principali novità introdotte dal disegno di legge in materia di elezioni che oggi verrà approvato dal Consiglio regionale.


DISCUSSIONE
Dura la presa di posizione del governatore Massimiliano Fedriga: «Far passare il messaggio che la politica viene utilizzata per fare l'interesse solo di qualcuno, è svilire il dibattito e la credibilità stessa della politica. Non solo, perché la personificazione è un ragionamento pericoloso che va a discapito di tutti». Poi ha aggiunto: «Non è che se passa la proposta del terzo mandato dei presidenti vengo eletto automaticamente. Se mi ricandiderò, dovrò sottopormi nuovamente al volere degli elettori, invece qualcuno vorrebbe togliere ai cittadini la possibilità di scegliere il loro presidente di Regione. Questo è per me totalmente lontano da un concetto di democrazia». Riferendosi poi ai discorsi sul referendum confermativo: «Oggi è un referendum senza quorum ha spiegato - il che significa che se dei consiglieri regionali lo chiedono e a votare vanno solo in tre persone, il volere di due può condizionare tutti gli altri cittadini. Noi invece desideriamo che debba esserci una platea di elettorato significativa della volontà di 1,2 milioni di abitanti. Nessuno dice no al referendum confermativo, ma con le regole già vigenti per quello abrogativo (quorum minimo del 50% degli elettori). E questo non mi pare né antidemocratico, né sovversivo». Durante l'acceso dibattito in Aula, l'assessore alle Autonomie locali Pierpaolo Roberti ha raccomandato di mantenere toni adeguati: «Nessun sconvolgimento democratico, i Comuni che vanno al ballottaggio sono nove su 215, non si tratta di un colpo di mano ma della necessità di ottimizzare costi e benefici». Quindi, replicando alle accuse delle opposizioni, ha sottolineato: «Nessuna norma salva Fedriga, non viene trattata la legge elettorale della Regione così come non si parla di allineamento del voto tra le elezioni comunali e regionali».


OPPOSIZIONI
Attacca Francesco Russo (Pd): «Siamo contrari al terzo mandato per i presidenti di Regione e anche per le cariche superiori perché c'è il rischio di un accentramento di potere che poi renderebbe quelle cariche a vita».

Contraria anche Rosaria Capozzi (M5s) che parla di «atto d'imperio della maggioranza che vuole evitare altre sconfitte come quella di Udine». Il Movimento 5 stelle «difende la soglia del 50 per cento sul ballottaggio e il limite del secondo mandato». Obiezioni anche dalla dem Manuela Celotti: «Il provvedimento esclude i giovani e la doppia preferenza di genere».


REPLICHE
Replica Markus Maurmair (FdI): «L'introduzione del terzo mandato è un primo passo verso il riconoscimento della capacità dei cittadini di saper discernere chi guiderà il proprio Comune, a prescindere da regole limitanti». Dunque la stoccata: «Alle prossime amministrative è da attendersi che nessun sindaco di centrosinistra, a conclusione del proprio secondo mandato, a questo punto accetterà di ricandidarsi beneficiando del terzo che stiamo introducendo». Per Furio Honsell (Open) e Serena Pellegrino (Avs) il terzo mandato «fossilizza la prospettiva politica di un Comune per 15 anni mentre la riduzione al 40% del quorum per evitare il ballottaggio riduce lo spazio del dibattito politico». Per Igor Treleani (FdI): «Sono modifiche che migliorano l'attuale quadro normativo in discussione».

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