Adunata Alpini, da Pordenone il ricordo di "fango, freddo e fame"

Un enorme manifesto per non dimenticare le dolorose vicende del fronte greco albanese: una lunga ricerca per dare un nome a tutti i Caduti

Lunedì 13 Maggio 2024 di Susanna Salvador
Adunata Alpini, da Pordenone il ricordo di "fango, freddo e fame"

PORDENONE - Non c'è adunata alpina senza la sfilata, momento finale e celebrativo di una tre giorni fatta di allegria, ricordi e di immancabili bevute per chi il cappello con la penna lo ha indossato o ha ascoltato i racconti dei nonni che parlavano di orgoglio, di coraggio e di morti.

Tanti, quelli caduti nei vari fronti di guerra per regalare un futuro migliore a chi c'era dopo di loro. Quest'anno è toccato a Vicenza aprire le braccia a migliaia di persone che hanno letteralmente invaso la città con cori e sorrisi. E a questo appuntamento così importante non potevano mancare gli alpini del pordenonese le cui maglie blu durante la sfilata sembravano non finire mai. "Senza memoria non c'è futuro", si leggeva in uno dei tanti striscioni portati con orgoglio dalle penne nere friulane. Una memoria fatta anche di pagine dolorose come quella del fronte greco albanese alla quale è stato dedicato un altro grande manifesto con le parole "Fango, freddo e game". «Un fronte dimenticato», ha sottolineato lo speaker della sfilata, ricordando «il grande lavoro di ricerca che stanno facendo gli alpini pordenonesi per dare un nome ai nostri cari caduti in quei luoghi». E mentre continuavano a sfilare, c'è stato anceh il tempo di fare gli auguri al gruppo del Friuli occidentale che, nato nel 1924, quest'anno festeggia il secolo di vita con 6mila 200 soci.


IL GRAZIE
"Alpini una volta. Alpini sempre", uno slogan che ben descriive le espressioni nei volti di chi camminava davanti alle persone, quelle che li abbracciavano con applausi e sorrisi, e alle autorità. C'erano anche le penne nere del Nucleo cinofilo di soccorso con i loro cani, protagonisti di ricerche nell'ambito di importanti fatti di cronaca. C'erano anche quelli che "non sono tornati, ma sono qui con noi" perchè l'alpino non dimentica mai quelli che sono andati avanti. Non è mancato il cenno all'adunata pordenonese, nel 2014, il cui ricordo, grandine compresa, è ancora nelle menti di chi lo ha vissuto. Un grazie alle nostre penne nere anche per la loro presenza «in tutti i monumenti realizzati dagli alpini nel mondo: piastrellisti, muratori, intonacatori, idraulici. Squadre che tra le tante, hanno costruito la Casa della Via di Natale che accoglie i famigliari dei malati oncologici in cura al Cro di Aviano». Hanno sflitato per lunghi minuti gli alpini del pordenonese con l'orgoglio che è anche quello di chi non dimentica.

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Ultimo aggiornamento: 14 Maggio, 09:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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