PADOVA - I genitori degli alunni che frequentano la scuola dell'Arcella dove studia la tredicenne aggredita da tre quattordicenni, vedono con favore la possibile emanazione di un provvedimento che impedisca alle autrici del pestaggio di ritrovarsi nei luoghi frequentati dalla vittima o di avvinarsi a lei. Il pestaggio sembra essere stato scatenato per gelosia nei confronti di un ragazzino: la capetta la insultava, il suo braccio destro la picchiava mentre una terza giovane riprendeva la scena per poi postarla sui social.
Baby bulle denunciate
Le tre studentesse di prima superiore, italiane di seconda generazione di origini marocchine, moldave e rumene, sono state denunciate alla Procura dei minori di Venezia, per loro si ipotizza il reato di lesioni personali in concorso.
«Le leggi prevedono che sia possibile emanare un provvedimento che impone ad un aggressore di restare a distanza dalla sua vittima. Lo trovo corretto e auspico che venga applicata. Credo sia la giusta risposta a quanto le tre ragazze hanno messo in atto come è giusto che sia scattata la denuncia e la legge faccia il suo corso - ha commentato Rossella Salvan, vicepresidente della Consulta Arcella - quello che si spera è che l'eventuale punizione serva a far capire alle ragazze che la violenza non è mai la soluzione ai problemi, ma, anzi, che ne crea di ulteriori e quindi, soprattutto, che abbia un effetto educativo».
Bullismo anche alle elementari
Salvan ha sottolineato inoltre come sarebbe auspicabile che le tre quattordicenni presentassero alla ragazzina che ha subito il pestaggio - senza peraltro reagire - delle scuse ufficiali e sincere anche se ammette di nutrire poche speranze in merito. «Purtroppo assistiamo sempre più spesso ad episodi di bullismo fra ragazzini, le statistiche ci dicono che, anche se fortunatamente si tratta di casi sporadici, il bullismo si manifesta anche nelle scuole elementari.
Azione repressiva
«Non deve però mancare un'azione repressiva quando si arriva a episodi come quello accaduto all'Arcella perché non si può assolutamente bollarle come ragazzate. Questo porterebbe i bulli e i violenti a pensare di poter spadroneggiare impuniti. Vorrei però non dimenticare la vittima che penso sia necessario sostenere perché le ferite riportate subendo i calci e i pugni delle tre bulle possono anche guarire in fretta, ma i risvolti psicologici che derivano dal pestaggio sono altrettanto gravi e, forse, più difficili da superare per lei e per la sua famiglia».
Prevenzione
Salvan, come vicepresidente della Consulta Arcella auspica che al Tavolo del sociale della Consulta, convocato per il 6 febbraio, si possa avere un ampio confronto sulle tematiche del bullismo, della violenza fra i giovani e del disagio «arrivando a poter individuare azioni concrete sul territorio affinché questi episodi possano non ripetersi». Infine la vicepresidente richiede, come già altri membri della Consulta, che sia convocata una riunione della stessa con urgenza al fine di esaminare la situazione sotto l'aspetto della sicurezza, dell'educazione, della prevenzione e sociale.