Padova. Dino Cognolato, il mago dei carrozzieri di auto storiche: «Ho restaurato la Ferrari più costosa al mondo»

Sabato 30 Settembre 2023 di Mauro Giacon
Dino Cognolato

PADOVA - La storia di Dino Cognolato, maestro carrozziere, trascende nella leggenda.

Nessuno come lui nel mondo ha saputo scrivere la poesia delle ruoteclassiche mettendoci dentro il naso.

Com’è cominciata?
«Mio padre mi aveva fatto entrare nella Banca di Roma. Dopo venti giorni dall’assunzione il direttore passa in officina: “Sono due settimane che non lo vediamo”. Non so quante pacche mi diede. Ma non ci fu nulla da fare. Avevo un’altra missione in testa».

E allora?
«Allora vado a lavorare in giro. Un giorno in “botega” entra il direttore delle Officine Stanga che erano al Biri. Cercano operai. Mi presento, siamo in 60. Mi prendono. Era il ‘54. Venivo da una ditta dove avevo imparato anche a disegnare. E mi trovo a 18 anni a fare il tracciatore, ero il più giovane operaio specializzato dei 1.500 che erano lì dentro, senza diploma. Poi nel ‘63 ho aperto la carrozzeria, davanti al garage Torino in via Tommaseo».

E comincia una storia che giunge oltre l’Oceano tanto che oggi quando arriva un americano con una macchina che vale milioni di dollari sa già cosa fare, giusto?
«È vero, mi mettono davanti un assegno in bianco. Non importa il prezzo. Del resto però quando si comincia a restaurare un’auto d’epoca si sa da dove si comincia ma non dove si va a finire dunque non si può fare un preventivo. Bisogna smontarla tutta e a volte rifare i pezzi».

Le più belle e preziose le ha sistemate lei. Un esempio?
«Un giorno arriva un francese il signor Chandon, il socio di quelli che fanno lo champagne Moet&Chandon. Mi fa vedere una Ferrari Gto del 1962, da restaurare. Un rarissimo esemplare. Porto a termine il lavoro e poi ho saputo che è stata venduta all’asta nel 2018 con il record per una Ferrari: 80 milioni di dollari».

È come aver restaurato la Monna Lisa delle auto. Tutto qui?
«La mitica F40 viene dalla Gto evoluzione di cui è stata mantenuta solo la cellula centrale. Mi chiamano da Pininfarina per vederla. C’era appunto solo la parte centrale ricavata dalla Gto. Davanti e dietro due forme di polistirolo facevano intravedere il design. Ce l’hanno data, l’abbiamo studiata e poi abbiamo consegnato il prototipo. Il lunotto in plastica l’ha fatto una ditta di Schio su disegni nostri».

Cognolato ha 84 anni, lo sguardo attento e la mano che sa accarezzare una lamiera come nessuno. A Vigonza la sua officina è un anonimo capannone. Nessuno sa che lì dentro c’è l’arte in persona. La sua ultima creazione?
«È una Fiat 525 N mostrata fuori gara al Concorso di eleganza di Abano. Vettura unica, del 1928, visionata dall’ing. Edoardo Magnone capo ufficio storico della Fiat e realizzata in combinata con il museo storico della Fiat. Ha tirato fuori una roadstar che gioca dal nero e verde scuro, con le prese d’aria del cofano evidenziate con una linea sottile rossa».

Cognolato ha vinto moltissimi premi internazionali come quello assegnato a Monterey negli Usa al Pebble Beach il concorso di eleganza più importante del mondo.
«Sono fortunato perchè so disegnare. Faccio dei disegni anche in scala 1:1. Ma poi sono capace di lavorare, la faccio io la macchina. A partire da un figurino in scala 1:10 fino al pranzo finale con tutti quelli che ci hanno lavorato».

Ma nessuna macchina potrà sostituire il genio...
«Ero vicino al concessionario Fiat. Un giorno il direttore mi dice: queste Fiat 600 con i fanaloni non si vendono. Io rispondo: prova a darmene una. Era avorio antico. Ho dipinto il tetto di rosso rubino. Dopo mezz’ora l’aveva venduta. E dopo ho continuato a personalizzarle un po’ tutte».

C’è una storiella. Una signora disse: Ma come fate a fare una macchina? Di che cosa avete bisogno?
«Dei soldi e dell’acqua del radiatore, al resto pensiamo noi».

La tradizione comincia con la carrozzeria Simonetti in via Galilei 23 vicino al Santo.
«Esattamente nell’edificio di proprietà del conte Ferri dove aveva abitato Galileo che lì aveva una piccola fabbrica di strumenti. E nella torretta faceva le sue osservazioni. Dunque i primi carrozzieri sono nati a Padova. E sa perché? Perchè carrozzano la prima macchina di Bernardi che va da Boscari, dipendente della carrozzeria Simonetti, nata a Padova nel 1850, dove lavoravano mio papà, mio fratello e un cugino. E io ero sempre lì. Sono i Simonetti che hanno fatto le prime vetture tramviarie di Padova. Sulle loro macchine ci salì anche il re d’Italia. Ricordo una Topolino giardinetta con gli inserti in legno che poi la Fiat riprese senza chiedere permesso».

Oggi Dino, Roberto e Paolo Cognolato si presentano così: un cartoncino ripiegato con alcune foto di auto restaurate. Una Ferrari Gto evoluzione, La 250 Mille Miglia, la Daytona, la 250 Le Mans, la 212 Mille Miglia, la 250 Pininfarina, la F 40, la Barchetta, la Testarossa, la Gto del 1962.

Ultimo aggiornamento: 1 Ottobre, 10:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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