PERAROLO (BELLUNO) - Riapre dopo 22 anni la chiesa di san Nicolò: lo ha annunciato monsignor Diego Soravia, arcidiacono del Cadore, durante la messa in San Rocco. Dopo un anno e mezzo di rilievi sofisticatissimi affidati a strumentazioni tecnologiche di ultimissima generazione, si è arrivati alla perizia asseverata indispensabile per togliere il veto che era stato imposto nel 2002 quando si temeva il peggio visto che la facciata era di 8 centimetri fuori asse.
LA SODDISFAZIONE
La soddisfazione tra i fedeli è generale, in molti non ci speravano più; in questo lungo periodo il luogo di culto scelto era la piccola chiesa di san Rocco, diversamente bisognava salire a Caralte. «Ho colto tanta gioia appena annunciata la novità -assicura monsignor Soravia- una bella notizia finalmente tornare in san Nicolò, una bella notizia per il paese intero».
LA PERIZIA
Due mesi fa la perizia richiesta è stata inoltrata al Comune che ha preso atto degli esiti e revocato l'ordinanza che impediva l'accesso. C'è tanta storia su questa chiesa. La prima costruzione risale al 1455; l'intitolazione a san Nicolò, protettore dei naviganti, si deve alla fluitazione delle zattere dal Cadore a Venezia, che a Perarolo venivano assemblate e iniziavano la loro discesa. Grazie al commercio del legname Perarolo divenne via via più popoloso e la chiesa fu dapprima ampliata nel 1604 e successivamente rifatta su progetto dell'architetto Domenico Schiavi nel 1757. Nel 1858 venne demolita, i commercianti di legname volevano realizzare la piazza che mancava al paese e venne ricostruita nel posto attuale ma il grosso peso della struttura non riuscì ad essere sopportato dal terreno e la navata dovette essere demolita solo 35 anni dopo e sostituita con l'attuale. Molte le opere d'arte che custodisce come il monumentale altare maggiore con le sculture del Besarel.