Dipendenti Onu jihadisti, anche l’Italia taglia i fondi: «Non finanziamo Hamas». Bufera sull’Unrwa

Molti Paesi isolano l’Unrwa dopo l’accusa sui dipendenti coinvolti nei fatti del 7 ottobre

Domenica 28 Gennaio 2024 di Mauro Evangelisti
Dipendenti Onu jihadisti, anche l’Italia taglia i fondi: «Non finanziamo Hamas». Bufera sull’Unrwa

La peggiore difesa possibile per i 12 dipendenti delle Nazioni Unite accusati di avere collaborato al massacro commesso il 7 ottobre da Hamas è arrivata da Hamas.

Dopo che l’Unrwa, l’agenzia dell’Onu che si occupa di assistenza dei rifugiati palestinesi e che prima della guerra contava 13mila dipendenti, ha deciso di allontanare gli operatori per i quali sono emerse prove di sostegno all’attacco che ha causato 1.200 morti (israeliani ma non solo, anche donne e bambini), Hamas ha scritto su Telegram: «Condanniamo la decisione dell’Unrwa di licenziare i dodici dipendenti sulla base di informazioni prevenienti dal nemico sionista».

Gaza: Usa, Australia, Canada e Italia stop ai finanziamenti all'UNRWA, sospetti legami dei dipendenti con Hamas. Ecco quali prove ci sono

Dossier

Fino ad oggi l’Onu e nello specifico i vertici di Unrwa hanno sempre respinto indignati le accuse di vicinanza ad Hamas avanzate da Israele. Se questa volta invece l’intervento è stato così rapido, tanto da convincere l’agenzia a licenziare i dodici accusati di avere avuto un ruolo nell’attacco terrorista e ad aprire una inchiesta, è perché evidentemente il materiale - foto, video e interrogatori - del dossier preparato da Israele deve essere convincente. «Si trattava di informazioni forti e corroborate», ha detto un funzionario dello Shin Bet, citato dal sito Axios. Già in precedenza un dipendente dell’agenzia era stato accusato di avere nascosto nella sua casa, nella Striscia di Gaza, uno degli ostaggi rapiti nel corso dell’attacco del 7 ottobre.

 

Questa storia, che rischia di rappresentare una macchia nell’operato dell’Onu e dell’agenzia che nella Striscia di Gaza si occupa concretamente di scuole, sanità, assistenza alla popolazione, ha causato una reazione di molti paesi. L’altro giorno gli Stati Uniti avevano annunciato la sospensione dei finanziamenti, ma ben presto la lista dei governi che hanno preso un’analoga decisione si è allungata: Regno Unito, Canada, Australia, Finlandia. E Italia. Spiega il ministro degli Esteri, Antonio Tajani: «Il governo italiano ha sospeso i finanziamenti all’Unrwa, dopo l’atroce attacco di Hamas contro Israele del 7 ottobre. Paesi Alleati hanno recentemente preso la stessa decisione. Siamo impegnati nell’assistenza umanitaria alla popolazione palestinese, tutelando la sicurezza di Israele». Da Londra spiegano: «Il Regno Unito è sconvolto dalle accuse secondo cui il personale dell’Unrwa sarebbe stato coinvolto nell’attacco del 7 ottobre». Questa decisione comporta «grandi rischi politici e di soccorso», dice Hussein al-Sheikh, segretario generale dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina. Il nodo è questo: la delegittimazione dell’Unrwa verrà pagata soprattutto dalla popolazione palestinese che attende aiuti e sostegno. L’Unrwa venne fondata nel 1949 con la missione di fornire assistenza ai rifugiati palestinesi. Si calcola siano 6 milioni ospitati in 59 aree in Giordania, Libano, Siria, Cisgiordania e nella Striscia di Gaza. Israele è molto critica sul ruolo giocato da Unrwa, parla di eccessiva vicinanza ad Hamas. Il ministro degli Esteri Israel Katz ha chiesto all’Onu di «rimuovere il capo dell’Unrwa Philippe Lazzarini». Ieri sera Lazzarini ha spiegato: «L’assistenza salvavita dell’Unrwa sta per terminare in seguito alla decisione dei paesi di tagliare i finanziamenti. La nostra operazione umanitaria, da cui dipendono 2 milioni di persone a Gaza, sta crollando. Sono scioccato che tali decisioni siano prese sulla base del presunto comportamento di alcuni individui e mentre la guerra continua, i bisogni si aggravano e la carestia incombe. I palestinesi di Gaza non avevano bisogno di questa ulteriore punizione collettiva».

Discorso

Ieri in Israele però ci sono state nuove proteste contro il governo Netanyahu. In piazza anche i parenti degli ostaggi. Il primo ministro ha parlato in tv e detto: «Le manifestazioni rafforzano Hamas». Nel giorno della Memoria ha mostrato una copia del Mein Kampf in arabo e definito oltraggiosa la decisione della Corte internazionale di giustizia dell’Aia: «Molti al mondo non hanno imparato la lezione dell’Olocausto».

Ultimo aggiornamento: 08:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA