Armani: «Meglio indipendenti ma non escludo nulla». Nel futuro del marchio made in Italy si valuta aggregazione o quotazione in borsa

A tre mesi dal suo novantesimo compleanno lo stilista parla del futuro della holding

Venerdì 19 Aprile 2024
Armani: «Meglio indipendenti ma non escludo nulla»

 Nuovi ingressi nel gruppo Armani? A tre mesi dal suo novantesimo compleanno, Giorgio Armani non esclude cambiamenti per il suo gruppo una volta che non ne sarà più al comando: un'aggregazione con un marchio concorrente o la quotazione in Borsa.

Armani, non si esclude la quotazione in Borsa

Ecco la frase che apre ai due scenari futuri. «L'indipendenza dai grandi gruppi potrebbe ancora essere un valore per il Gruppo in futuro, ma non mi sento di escludere nulla», ha dichiarato Armani a Bloomberg.

Armani, che controlla la quasi totalità della Giorgio Armani Spa, non chiude la porta nemmeno a un'eventuale Ipo: «La quotazione è qualcosa di cui non abbiamo ancora discusso, ma è un'opzione che potrebbe essere presa in considerazione si spera in un lontano futuro». 

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«Ciò che ha sempre caratterizzato il successo del mio lavoro è la capacità di adattarsi ai tempi che cambiano» dice Armani. «Al momento non prevedo un'acquisizione da parte di un grande conglomerato del lusso», scrive in una serie di risposte alle domande di Bloomberg. «Ma, come ho detto, non voglio escludere nulla a priori a priori, perché sarebbe un modo di agire "poco imprenditoriale"». 

Armani, del resto, non ha mancato di ribadire i suoi dubbi sui grandi gruppi del lusso, che «hanno sempre più nel mirino i marchi storici».

Questo da un lato può portare alla crescita, «ma dall’altro comporta un inevitabile cambiamento di valori e uno sconvolgimento sostanziale, anche per lo stile». «Per quanto riguarda la successione, credo che la soluzione migliore sarebbe un gruppo di persone fidate a me vicine e scelte da me», ha notato ancora, facendo riferimento al ruolo della Fondazione Armani e a persone come Pantaleo Dell'Orco e i nipoti Silvana e Roberta Armani e Andrea Camerana. «La Fondazione deciderà e governerà il futuro del gruppo perché le persone a me vicine sono alla guida», ha rimarcato, chiarendo di non prevedere che una sola persona prenda il suo posto a capo dell'azienda: «Ho cominciato da solo con una piccola società e l'ho trasformata, pezzo per pezzo, in un gruppo di rilevanza internazionale» ma la moderna industria della moda è «molto diversa rispetto a quando ho iniziato, quindi immagino diverse funzioni coordinate per chi verrà dopo di me». «La mia speranza - ha concluso - è sempre che la moda italiana rimanga un simbolo non solo di immagine ma anche di operosità e artigianalità. Se c'è una caratteristica che ci definisce come italiani, è la capacità di adattamento».

Ultimo aggiornamento: 10:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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