Uccise la figlia 22enne sparandole sette colpi alla testa: la cella è troppo piccola, sconto di pena di 119 giorni

Padova: Adalberto Chignoli, condannato a 30 anni, potrà tornare libero grazie a uno sconto di pena

Domenica 1 Ottobre 2023 di Marco Aldighieri
Uccise la figlia 22enne sparandole sette colpi alla testa: la cella è troppo piccola, sconto di pena di 119 giorni

PADOVA - Il primo ottobre di sedici anni fa Adalberto Chignoli, nella sua abitazione di via Vecellio 26 all’Arcella, ha sparato e ucciso la figlia Camilla di 22 anni: le ha svuotato contro l’intero caricatore della sua Mauser 7,65. È stato condannato in via definitiva a trent’anni di carcere, ma già nel 2033, compiuti 82 anni, potrà tornare libero grazie a uno sconto di pena. Ecco come. 
L’ex mediatore finanziario è ristretto nel carcere di Montorio Veronese e negli anni ha già accumulato 1.260 giorni di permessi premio, a cui si vanno ad aggiungere altri 119 giorni perchè all’inizio della sua carcerazione, nella casa circondariale Due Palazzi di Padova, per circa un anno è stato detenuto in una cella inferiore ai 3 metri quadri. Lo Stato ha dunque applicato il cosiddetto rimedio risarcitorio in favore del detenuto, come sentenziato dalla Corte europea per i diritti dell’uomo.

Così in totale ha ottenuto uno sconto di 1.379 giorni pari a 3 anni e 7 mesi in meno di reclusione.

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IL REGIME CARCERARIO 

Chignoli, ormai da oltre cinque anni, gode di permessi per lavorare all’interno della casa di reclusione e per fare volontariato il fine settimana all’esterno del penitenziario per poi rientrare in carcere alla sera. I permessi sono stati rilasciati dal Tribunale di sorveglianza di Venezia, perchè il padre assassino è un detenuto modello
In totale, per ora, ha accumulato 1.260 giorni da detrarre appunto alla sua pena di trent’anni di reclusione. E a questi giorni si sono aggiunti i 119, ottenuti facendo ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo perchè, per circa un anno, è stato detenuto nella casa circondariale Due Palazzi in una cella inferiore ai 3 metri quadrati. All’inizio della sua carcerazione, poteva beneficiare di tre ore al giorno di aria, della palestra e della biblioteca, ma lo spazio dietro alle sbarre era insufficiente. 

IL DELITTO

Chignoli, sull’orlo del lastrico, ha ucciso a colpi di pistola la figlia Camilla ventiduenne nella villetta dell’Arcella. Non si è mai capito il movente del brutale omicidio. Chignoli era un ex bancario, poi diventato mediatore finanziario. Ma gli affari nel 2007 hanno cominciato ad andare male. 
La bella casa in via Vecellio 26 non era che un falso specchio di un default finanziario che lo ha portato a perdere oltre 600 mila euro. Adalberto si era tenuto dentro tutto per mesi. Solo qualche giorno prima del delitto, ha parlato alla moglie della valanga che stava per investire la famiglia. Forse sono state queste le motivazioni che lo hanno spinto quella sera a impugnare la sua Mauser 7,65 e a puntarla contro la figlia, fresca di laurea. Le ha sparato sette colpi alla testa, scaricando l’intero caricatore, ed è poi fuggito in auto per la città. È stata la moglie a convincerlo a costituirsi. Gli ha dato un appuntamento e lui l’ha raggiunta, ma all’interno della macchina della donna c’erano un paio di agenti della Squadra mobile e Chignoli è finito in manette. 

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Forse l’ex mediatore finanziario voleva uccidere tutta la sua famiglia e poi togliersi la vita. Ma questa è rimasta solo e sempre un’ipotesi investigativa. Adalberto da quel tardo pomeriggio del primo ottobre del 2007 non ha più visto nè la moglie e nè il figlio. L’unico parente stretto che lo viene a trovare in casa di reclusione a Montorio è il fratello.

LA SENTENZA 

Nel marzo del 2012 è stato rifatto il processo in Corte d’Appello a Venezia, perchè i giudici della Suprema corte hanno cassato la sentenza di secondo grado in merito alle attenuanti generiche. Ma la condanna è stata ribadita dai giudici lagunari. Trent’anni di reclusione. La stessa che il giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Padova, Cristina Cavaggion, gli ha inflitto il 24 novembre 2008 senza le attenuante generiche e con il solo “sconto” del rito abbreviato.

Ultimo aggiornamento: 2 Ottobre, 10:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA