Papa Francesco, bisogna trattare per la fine della guerra in Ucraina e Gaza. Poi indica al mondo come riscoprire la virtù della prudenza

Mercoledì 20 Marzo 2024 di Franca Giansoldati
Papa Francesco, bisogna trattare per la fine della guerra in Ucraina e Gaza. Poi indica al mondo come riscoprire la virtù della prudenza

Riflette sulla prudenza, invitando a riscoprire questa virtù preziosa «in un mondo dominato dall'apparire, dai pensieri superficiali, dalla banalità sia del bene che dal male» e poi riferendosi alla situazione bellica in Ucraina e in Palestina il Papa torna a parlare di negoziato. «Non si può andare avanti in guerra, dobbiamo fare tutti gli sforzi per trattare, per finire i conflitti».

Ai fedeli, durante l'udienza generale del mercoledì, Bergoglio incoraggia a pregare per questo. «A San Giuseppe raccomandiamo anche le popolazioni della martoriata Ucraina e della Terra Santa, la Palestina, Israele, che tanto soffrono l'orrore della guerra. Che è sempre è una sconfitta». 

Se il breve appello internazionale ad avviare credibili trattative lo ha letto lui stesso al microfonono, il testo della catechesi dedicata alla prudenza lo ha affidato come ormai avviene da qualche mese a questa parte, ad un funzionario della Segreteria di Stato per evitare di affaticarsi, stressando la voce e il respiro. Sono ancora evidenti i postumi della bronchite che fatica a guarire. Per il resto Francesco è apparso sorridente e di buon umore, è arrivato in carrozzina, ha salutato la folla, si è sottoposto ad un lungo baciamano salutando i vescovi in visita a Roma e poi è tornato a Santa Marta a sbrigare il lavoro rimasto.

Papa Francesco varca l'undicesimo anno di pontificato, i guai non gli mancano ma all'udienza parla di virtù: «Significa fare del bene»

«La persona prudente è creativa: ragiona, valuta, cerca di comprendere la complessità del reale e non si lascia travolgere dalle emozioni, dalla pigrizia, dalle pressioni, dalle illusioni. In un mondo dominato dall’apparire, dai pensieri superficiali, dalla banalità sia del bene che del male, l’antica lezione della prudenza merita di essere recuperata. San Tommaso, sulla scia di Aristotele, la chiamava recta ratio agibilium. È la capacità di governare le azioni per indirizzarle verso il bene; per questo motivo essa è soprannominata il “cocchiere delle virtù”. Prudente è colui o colei che è capace di scegliere (...) Non è detto che non possa sbagliare, in fondo restiamo sempre umani; ma almeno eviterà grosse sbandate. Purtroppo, in ogni ambiente c’è chi tende a liquidare i problemi con battute superficiali o a sollevare sempre polemiche. La prudenza invece è la qualità di chi è chiamato a governare: sa che amministrare è difficile, che i punti di vista sono tanti e bisogna cercare di armonizzarli, che si deve fare non il bene di qualcuno ma di tutti».

Papa Francesco chiede la pace per l'Ucraina. Mosca: «Noi pronti, ma l'Occidente smetta le sue ambizioni»
 

Ultimo aggiornamento: 10:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci