L'americano Luke Somers ucciso in un raid per tentare di liberarlo

Sabato 6 Dicembre 2014
L'americano Luke Somers ucciso in un raid per tentare di liberarlo
L'ostaggio americano in Yemen, Luke Somers, è morto nel corso di un raid per tentare di liberarlo nella provincia meridionale di Shabwa. Lo riporta il New York Times citando fonti ufficiali americane. Somers, 33 anni, giornalista americano, era stato rapito da al Qaida oltre un anno fa nello Yemen.



Secondo le prime ricostruzioni, i carcerieri del giornalista gli avrebbero sparato quando si sono accorti che era in atto un raid e nel momento in cui è stato raggiunto dagli uomini delle forze speciali Somers era già grave. È morto prima di raggiungere in elicottero l'unità navale che lo aspettava.



Nove sospetti componenti di Al Qaida sono stati invece uccisi in un raid lanciato da un drone, probabilmente americano, nel sud-est dello Yemen, dove a fine novembre scorso era fallita l'operazione militare statunitense per liberare l'ostaggio Somers, prigioniero della rete estremista. Lo riferiscono fonti della sicurezza e tribali. Secondo le stesse fonti, i raid hanno preso di mira posizioni di Al Qaida nella regione del Noussab, in provincia di Shabwa, una delle roccaforti dei ribelli estremisti in Yemen.



Nel video diffuso giovedì da al Qaida, Luke Somers affermava «la mia vita è in pericolo», mentre il leader di al Qaida nella penisola araba (Aqap), Nasser bin Ali al-Ansi, aveva concesso solo tre giorni di tempo al presidente Barack Obama affinché soddisfacesse le sue richieste. Si tratta di domande che nel filmato non vengono precisate, ma che Obama, afferma al Ansi, «conosce bene».



Gli amercani avevano tentato di liberare senza successo Somers il 25 novembre scorso. I Navy Seal, assieme a unità speciali yemenite, hanno compiuto il blitz di notte, facendo irruzione nella grotta non lontano dal confine saudita dove erano detenuti diversi ostaggi: in uno scontro a fuoco hanno ucciso almeno sette carcerieri di al Qaida, e hanno poi liberato otto ostaggi, sei yemeniti, un saudita e un etiope. Ma Somers non era più lì, era stato spostato dai rapitori un paio di giorni prima assieme ad altri ostaggi, tra cui un britannico e un sudafricano, secondo quanto hanno detto fonti yemenite.



Grazie ai sequestri di persona al Qaida ha incassato sin dal 2008 almeno 125 milioni di dollari, secondo i dati di un'indagine condotta dal Nyt. Il problema per Somers - che è nato in Inghilterra ma è cittadino americano - è stato che né gli Stati Uniti né la Gran Bretagna pagano riscatti ai rapitori.

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