Stipendi medici, sconti fiscali e incentivi per attrarre i camici bianchi in fuga all'estero: il piano di Schillaci

Stop al tetto degli organici e vantaggi per far rientrare gli specialisti

Domenica 17 Marzo 2024 di Francesco Pacifico
Stipendi medici, sconti fiscali e incentivi per attrarre i camici bianchi in fuga all'estero: il piano di Schillaci

Salari più alti per chi lavora in corsia, da erogare anche con l’intento di attrarre più medici negli ospedali pubblici.

Non meno importante sarà, poi, cancellare il tetto che dal 2004 frena le assunzioni di nuovo personale. Al momento il sistema si regge su un turn over tra pensionati e neospecializzati, reso sempre più fragile perché la professione è meno allettante di un tempo, come dimostrano i concorsi che vanno deserti. Infine, si vuole estendere anche ai dottori trasferiti all’estero - dove si guadagna meglio e i ritmi sono meno stressanti - gli incentivi di natura fiscale garantiti ai cervelli che rientrano, impegnati nella ricerca o nelle università. Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha pronto il suo piano per bloccare, da un lato, la fuga in massa dalle strutture del servizio sanitario nazionale e, dall’altro, per rimpinguare gli organici sempre più sguarniti. In Italia, ha calcolato il dicastero di viale Trastevere, mancano all’appello 4.500 medici ospedalieri (ai quali si aggiungono i 3mila impegnati nella medicina generale), 10mila infermieri e 125mila posti letto nei nosocomi pubblici. Soprattutto, soltanto nel 2023, sono emigrati 6mila operatori. Questa situazione sta già generando disagi agli utenti: le lunghissime attese nei pronto soccorso (dove non sono poco le aggressioni contro i sanitari) prima di essere curati; i tempi non meno brevi per vedersi assegnati un appuntamento per un esame o una visita specialistica; la scelta di molti dottori di abbandonare il sicuro posto fisso in reparto per lavorare come contrattisti, anzi come “gettonisti”, per le cooperative che forniscono personale agli stessi Dea presi d’assalto e privi di personale. Per la cronaca, per le coop si guadagna di più, pur lavorando meno ore.

Pensioni, aumento a marzo 2024 con la nuova Irpef e gli arretrati (ma non per tutti): novità, pagamenti e calcoli

Il programma

Schillaci ha chiarito i suoi intenti: «I miei prossimi obiettivi sono l’abolizione del tetto di spesa per le assunzioni del personale, l’aumento dell’indennità di specificità e la valorizzazione degli specializzandi. Vogliamo restituire attrattività al servizio pubblico e fare in modo che i professionisti restino nelle nostre strutture trovando condizioni economiche, professionali e organizzative incentivanti». E mai come nelle ultime ore sta stringendo per passare dalle parole e ai fatti: sta lavorando con il ministero del Tesoro per trovare le coperture, le risorse necessarie, per garantire al personale medico condizioni migliori. In viale Trastevere starebbero anche cercando i veicoli legislativi - non c’è solo la manovra di bilancio - per avviare questi interventi. 
In quest’ottica, e già nei mesi scorsi, il ministro ha deciso di allargare a tutti i medici ospedalieri la possibilità di fare turni aggiuntivi nei pronto soccorso, dove l’indennità è salita a 100 euro all’ora. Sempre per frenare l’esodo di personale, ha inserito paletti per le aziende sanitarie che reclutano le coop dei gettonisti. Settore, secondo l’Anac, che ha un giro d’affari potenziale di 1,7 miliardi di euro, sfruttando le carenze di personale, compreso quello infermieristico. Infine ha rivalutato all’insù i contributi dei medici più in prima linea e messo in campo per il rinnovo dei contratti del comparto 2,4 miliardi di euro, con aumenti del 5,7 per cento. Senza dimenticare il progetto - realizzato con il Viminale - per potenziare i posti di polizia nelle strutture ospedaliere. 
Viste le condizioni di lavoro nel pubblico, Schillaci è il primo a sapere che serve di più. In quest’ottica il suo dicastero vuole tramutare in legge un progetto già lanciato lo scorso anno e poi “congelato” per mancanza di risorse: aumentare la cosiddetta indennità di specificità a tutti i dirigenti medici, cioè la parte fissa della retribuzione di posizione, che supera i 700 euro. Due le strade: o defiscalizzarla completamente oppure alzarla. Nel primo caso l’impegno necessario per finanziarla è intorno ai 300 milioni di euro, nell’altro si sfiora il mezzo miliardo. 
Sempre nella stessa direzione rientra anche l’abolizione del tetto assunzionale, che impone alle Asl di reclutare personale pari a quello presente nel 2004, tagliato dell’1,4 per cento. Una misura introdotta all’epoca dei commissariamenti delle Regioni in rosso e che soltanto i governi Gentiloni e Conte hanno provato a lenire. Per la cronaca, la misura ha contenuto il personale ma non ha evitato che la spesa per gli stipendi salisse in questo ventennio del 35 per cento. 

Rientro dei cervelli

Nelle scorse settimane, poi, Schillaci ha reso noto il terzo pilastro del piano: estendere «anche al personale medico l’applicazione della disciplina degli incentivi prevista per i docenti e i ricercatori», che rientrano dall’estero. Per loro solo il 10 per cento del reddito diventa fiscalmente imponibile ai fini Irpef.

Ultimo aggiornamento: 18 Marzo, 09:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci