L'investimento da un miliardo appena fatto da Google è solo l’ultimo segnale di un mercato in piena espansione. Ora più che mai, visto che il Covid alimenta una domanda insaziabile di dati in streaming e basati sul cloud. Il gigante americano investirà nella costruzione di due nuovi data center ad Hanau, vicino a Francoforte, e nell’area di Berlino. Del resto Francoforte, Amsterdam, Londra e Parigi, rappresentano i principali hub europei. Negli Usa esiste già un mercato sviluppato. Ma è nei Paesi emergenti, scommette Schroders, che si nasconde la prossima frontiera digitale.
Sicché la regione di Djibouti può diventare la “Singapore africana”. Indonesia e Malesia possono beneficiare invece della saturazione di Singapore, della crescita della popolazione, di un’accelerazione della penetrazione di internet e della connessione con nuovi cavi sottomarini. Ma anche l’India ha un grande potenziale. Così gli equivalenti delle grandi potenze navali del XVII secolo sono diventati i giganti Usa – Facebook, Amazon, Apple, Netflix, Microsoft e Google – o i concorrenti cinesi – Alibaba, Tencent – e aziende statali come China Mobile. Gruppi che hanno già puntato molto sui cavi sottomarini per assicurarsi le vie digitali che trasportano i dati verso gli streamer video, le multinazionali e i produttori di giochi online globali. Arrivando sulle spiagge, i cavi avranno bisogno di data center, torri cellulari e fibra terrestre per raggiungere i clienti. E il gioco è fatto.
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