Ko anche Irlanda e Scozia, in semifinale Argentina e Australia, l'Europa scompare dalla Coppa

Lunedì 19 Ottobre 2015 di Paolo Ricci Bitti
Ko anche Irlanda e Scozia, in semifinale Argentina e Australia, l'Europa scompare dalla Coppa
E quattro: anche le europee Irlanda e Scozia salutano la Coppa del mondo, la prima surclassata 40-23 dall'Argentina che le è sempre stata davanti e che ha segnato quattro mete. La seconda sconfitta sotto il diluvio a Twickenham di un punto solo (35-34) dall'Australia al termine di un match commovente e per nulla scontato come invece era pronosticato. Onore, molto onore agli scozzesi, ko per di più per un calcio di punizione molto controverso: gli highlanders sono davvero un esempio di quello che significa credere fino in fondo di poter abbattere i giganti. Le semifinali diventano così, per la prima volta, solo una questione tra nazionali dell'emisfero sud.



Nonostante una resistenza formidabile anche i resti del Galles erano infine capitolati 23-19 contro il Sud Africa che approda faticosamente in semifinale. A occhio non ha speranze contro la Nuova Zelanda che ha piallato una Francia persino disarmante: 62-13, nove mete a una, peggior sconfitta di sempre ai Mondiali. Bleus mai e poi mai in partita dopo che il loro "cervello" MIchalak si era fatto subito rimpallare un calcio spedendo Retallick in meta.



La grande catastrofe (commerciale, eh) si è materializzata: l'Europa domenica sera è stata cacciata in blocco dai Mondiali (in Inghilterra!) senza approdare neppure alle semifinali. Tutte le squadre dell'emisfero sud, chi più, chi meno, erano favorite nei quarti di finale iniziati sabato, come poi il campo ha confermato.

E' l'effetto a valanga del fallimento epocale degli inglesi che sono stati eliminati da Galles e Australia già nella poule iniziale mandando a carte 48 il piano auspicato (invero un po' avventatamente) per costruire per i padroni di casa, per gli inventori del gioco stesso, per i protagonisti del movimento più potente del mondo (un milione e mezzo di praticanti) un'autostrada diretta per la finalissima a Twickenham il 31 ottobre





IL PRIMO MATCH DEI QUARTI:

SUD AFRICA-GALLES 23-19

Una partita da librone d'epica: difese feroci, moltissimi calci, pochi fronzoli, tanti sacrifici in trincea. Il Sud Africa ha avuto semplicemente più truppe fresche e di prima scelta rispetto a quel che restava del Galles che fin dall'estate ha iniziato a perdere i grossi calibri. Ma che gallesi: bisogna volere bene a tutti i Dragoni e anche a quella tifosa dai capelli neri che nascondeva le lacrime dietro le mani quando Du Preez, a 5 minuti dalla fine, ha segnato la meta del definitivo sorpasso dei Boks. Bisogna volere bene ai rossi perché hanno difeso la bandiera dell'Europa fino all'ultima cartuccia e nella ripresa ne hanno avute veramente poche. E poi un monumento lo merita, adesso eh, ancora ben vivo e vegeto, come quello di Gareth Edwards in centro a Cardiff, il mediano di apertura Biggardai mille tic pre-calcio ma dalla classe portentosa. In una sublime battaglia al piede ha tenuto lontano il nemico con potenti e precise bordate, infilando poi un numero di alta classe riprendendo al volo un suo stesso up 'nder e servendo l'accorrente Davies poi facilmente in meta per il primo sorpasso dei mille che questa partitona ci ha regalato.



Sempre Biggar ha rispolverato un classico che finora in questa Coppa del Mondo si era visto poco e niente: il drop. Con un suo calcio di rimbalzo il Galles è andato al thé in vantaggio: 13-12. Poi anche le antilopi ipertrofiche e mai stanche hanno ugualmente usato la stessa moneta con Pollard, a ribadire che sul prato di Twickenham c'era ben poca differenza fra le squadre. E' stata la micidiale difesa gallese a minare almeno 4 palloni nelle manone dei sudafricani che di solito non si fanno scoppiare l'ovale tra le braccia nemmeno sotto tortura. Invece il Galles ha rintuzzato ogni carica recuperando sempre il punteggio: il regista sudafricano Pollard ha cercato di manovrare un po' ma con assai poco costrutto perché i rossi chiudevano tutti gli spazi.



C'è voluta, infine, un passaggio sottomano assai poco ortodosso (ovvero assai poco sudafricano) del gigante Vermeulen per costruire l'assist vincente per Du Preez al 75', ma davvero gli Springboks non hanno dato per nulla l'idea, così privi di risposte alla difesa del Galles, di poter raggiungere la finale avendo la strada sbarrata dalla Nuova Zelanda.



IL SECONDO MATCH DEI QUARTI:

NUOVA ZELANDA-FRANCIA 62-13

Svaniti subito a Cardiff i fenomenali ricordi del 1999 e del 2007 quando i bleus, ugualmente dati per spacciati come oggi, sbriciolarono la Nuova Zelanda (non solo la squadra, anche la nazione) in semifinale e nei quarti di finale. Per non dire della finale 2001 quando gli All Blacks vinsero la Coppa per un miserrimo punticino (8-7).



In campo, nel 1999, c'era il mediano di mischia, e ora allenatore, Galthie che sull'Equipe ha scritto una lettera arrembante e commovente al tempo stesso per spingere i gallici alla rivolta contro un pronostico impietoso. Una meraviglia di sentimenti da ritagliare e mettere nel portafogli. I mental coach parlerebbe di discorso motivazionale, i comuni mortali di un'appassionata dichiarazione d'amore per una maglia e per uno sport che diventano la tua vita.



Non è servita, tuttavia, a nulla, quella chiamata alle armi perché i francesi non sono banalmente esistiti contro gli All Blacks che da un mese attendevano di fare sul serio dopo una soporifera poule. E per mettere subito le cose in chiaro a Cardiff hanno eseguito per la prima volta a questi mondiali la Kapa o Pango, danza assai più bellicosa della classica Ka Mate. I francesi si sono limitati ad abbracciarsi in linea.

Poi è stata solo Nuova Zelanda: quattro mete nel primo tempo, terminato 29-13, ovvero partita già in cassaforte perché l'unica meta francese (Picamoles) non aveva illuso nessuno, e cinque nel secondo, durante il quale i francesi non hanno segnato nemmeno lo straccio di un penalty.

Niente di niente: dopo Retallick hanno sprintato in meta Milner-Skudder, Savea (tripletta); Kaino; Reid, Kerr-Barlow (doppietta in 5 minuti 5). Alla fine quasi un altro allenamento in vista della semifinale contro il Sud Africa. Magari la pochezza-record francese (dai quali gli azzurri hanno pure perso malamente, mannaggia) non consente di tarare con precisione gli All Blacks, ma per il Sud Africa il tempo vira alla tempesta.

Prima di dilagare, fra l'altro, il regista Dan Carter ha mostrato bagliori di gran classe (sottomano da meta a Savea) oltre ad orchestrare impeccabilmente il gioco. Rugoso come sempre il capitano McCaw, riuscito anche a fare innervosire Picamoles che si è beccato il cartellino giallo per una manata sulla faccia che l'All Black, che stava, al solito, rallentando l'uscita del pallone da un ruck, non ha nemmeno sentito. Anche questa è classe.





IL TERZO MATCH DEI QUARTI

ARGENTINA-IRLANDA 43-20

No, l'Irlanda, la migliore squadra europea non ha venduto cara la pelle contro gli spiritati argentini che stanno monetizzando in maniera magnifica l'esperienza negli scontri ad alto livello nel Four Nations. Dopo appena 13 minuti Pumas già in avanti 17-0 (mete di Moroni e Imhoff, calci di Sanchez) con i verdi insolitamente disorientati. Insolitamente, forse, perché la squadra di Schmidt non può fare a meno di O'Connell e Sexton, anche se il numero 10 di riserva, Madigan se la cava bene nonostante lo scarso possesso. Grazie anche alla superiorità numerica (giallo a Herrera) l'Irlanda riesce ad accorciare con Fitzgerald e soprattutto a imporre qualche sequenza del gioco che le permette di dominare in Europa. Il primo tempo, dopo uno scambio di penalty tra Madigan e Sanchez si chiude comunque sul 20-10 e con l'idea che l'Argentina possa farcela. Invece mai per dare per scomparso il fighting spirit degli irlandesi con la meta di Murphy e un piazzato arrivano a meno 3 (20-23) dai Pumas. Partita riaperta? Nemmeno per idea: l'Argentina ha ancora benzina e uomini di livello in panchina e riprende a dettare legge: meta di Tuculet al 68' e poi quella della doppietta di Imhoff che allarga il punteggio in maniera persino imbarazzante. Argentina in semifinale. Irlanda a casa, come la Francia, le due squadre che hanno eliminato l'Italia, tanto per ricordare una dolorosa scala di valori.



IL QUARTO MATCH

AUSTRALIA-SCOZIA 35-34

Ancora un match da antologia, con un finale thriller da restare inchiodati alla sedia davanti alla tv. Che Scozia, che passione, che voglia di ribaltare il pronostico che la vedeva battuta di almeno 15 punti contro gli australiani. La vincitrice del Four Nations contro l'ultima arrivata nel Six Nations: match senza storia, si diceva alla vigilia e nemmeno la revoca della squalifica degli scozzesi a Ford e Jonny sembrava aver aumentato più di tanto le chance della squadra di Cotter. Invece a 5 minuti dalla fine la meta di intercetto di Bennett sotto il diluvio di Twickenham ha ridotto in poltiglia la sicumera dei canguri: 32-34 e pochi secondi per esorcizzare il peggiore incubo mai neppure immaginato. E c'è voluto un penalty molto controverso per permettere a Foley, fin lì nemmeno troppo preciso dalla piazzola (ha sbagliato i primi tre calci del match) di trasformarsi di nuovo nell'uomo di ghiaccio: Iceman ha infilato i pali al 78' e per la Scozia è terminato il sogno di una semifinale in realtà più che meritata.



Quattro mete a tre per l'Australia, ma la verve degli scozzesi rende poco significativo questo confronto perché per tutto il match i wallabies non hanno dato l'idea di saper chiudere il match.

Orchestrati da Laidlaw, che per tutto la vita rimpiangerà la mancata trasformazione della meta di Seymour nella ripresa, gli scozzesi non si sono limitati a difendere ma hanno attaccato come forsennati su ogni pallone. All'intervallo si è arrivati con la Scozia davanti: 15-16. Mete di Ashley-Cooper e Hooper per l'Australia e di Horne per i rivali. Sì, complessivamente l'Australia sembrava, ed è, meglio attrezzata dei rivali, ma nel match a Twick ha pagato di più la tenacia poco spettacolare ma molto efficace dei fabbri scozzesi.

Pari il conto delle mete nella ripresa (2 a 2, Mitchell e Kuridrani per i canguri, Seymour e Bennett per la Scozia), a ribadire che il Cardo è andato davvero vicino al fenomenale exploit come ha riconosciuto lo stesso ct australiano Cheika rendendo onore agli sconfitti con la faccia davvero di uno che se l'era vista bruttissima. Nero come la pece il viso di Laidlaw che dopo il fischio finale ha chiamato in cerchio i suoi guerrieri per ringraziarli di averlo seguito in quella mission impossible. Quando gli hanno chiesto del calcio di punizione decisivo, il capitano scozzese ha fatto appello a tutto il suo fair play per non perdere le staffe, ma si è visto quanto gli bruciava. Come non capirlo.





Infine, di fronte alla carenza di europee competitive già ai quarrti di finale, va pure ricordato che su 7 edizioni della Coppa del Mondo solo l'Inghilterra, nel 2003, ha interrotto l'egemonia dei sudisti: due titoli per uno per Nuova Zelanda, Australia e Sud Africa.





QUARTI DI FINALE

Sud Africa-Galles 23-19; Nuova Zelanda-Francia 62-13.

Irlanda-Argentina 23-40; Australia-Scozia 35-34.



SEMIFINALI (diretta SkySport2)

24 ottobre a Twickenham alle 17 Nuova Zelanda-Sud Africa; 25 ottobre a Twickenham alle 17 Australia-Argentina



FINALI

Per il 3° posto: 30 ottobre

Per la Coppa del Mondo: 31 ottobre
Ultimo aggiornamento: 09:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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