Il ct della Nazionale Luciano Spalletti, ha parlato durante il World Meeting on Human Fraternity al Salone d’Onore del Coni, assieme al presidente del Comitato paralimpico Luca Pancalli, soffermandosi anche sui motivi che lo hanno spinto a lasciare il Napoli dopo la vittoria dello scudetto.
Le dichiarazioni di Spalletti
«Noi a Napoli avevamo tutto per dare seguito a ciò che abbiamo vinto. Bisognerebbe essere a conoscenza di tante cose. Io voglio bene a tutti, perdono tutti, ma non dimentico.
La carica del ct in vista dell'Europeo
Spalletti si è poi soffermato sulla sua Italia, in vista dell'Europeo in Germania in programma il 14 giugno: «I giorni in cui staremo insieme a inizio giugno saranno fondamentali. Abbiamo una storia e il nemico è la presunzione, quando credi di essere più forte corri un pericolo. Ma ci vuole anche autostima, bisogna essere attenti alle reazioni e se qualcuno va nell’io invece che nel noi bisogna intervenire. Penso che siamo nelle condizioni di fare qualcosa di superiore a quanto visto finora, che è una buona base. Io sono molto fiducioso. Ci sono delle squadre che hanno qualcosa in più di noi, ce ne sono quattro o cinque fortissime, ma vista la disponibilità dei miei ragazzi e il valore del nostro calcio penso che ce la possiamo fare. Noi dal punto di vista dell'amicizia siamo una squadra fortissima, il gruppo è fortissimo».
Inevitabile la domanda su Scamacca, autore di una crescita esponenziale nella seconda parte di stagione con l'Atalanta: «Il merito è suo e di Gasperini. Io per quello che ho visto voglio una reazione, per cui posso usare qualsiasi mezzo per ottenerla... Se tu reagisci io sono contento di quello che ho fatto. In questo caso secondo me bisognava dirgli qualcosa perché lui ha delle potenzialità enormi e se continua così è un giocatore forte a nostra disposizione».
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