Atalanta-Juventus, stasera la finale di Coppa Italia: Gasp cerca il primo trofeo, Max il riscatto

Mercoledì 15 Maggio 2024 di Benedetto Saccà
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel corso dell'incontro con le squadre finaliste della Coppa Italia Atalanta e Juventus, Roma, 14 maggio 2024. ANSA/UFFICIO STAMPA QUIRINALE/PAOLO GIANDOTTI +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT...

Non solo è la coppa nazionale.

Stavolta è anche, e soprattutto, la coppa della Nazionale. Lo stadio Olimpico accoglierà l’Atalanta e la Juventus, stasera alle ore 21, per la finale del torneo e, a pensarci bene, sorprende che a esibire i favori del pronostico siano i bergamaschi di Gian Piero Gasperini, quinti in campionato alle spalle proprio dei bianconeri di Max Allegri, ma in credito di una partita – verosimilmente decisiva – che si giocherà a campionato ormai finito. Signora dell’albo d’oro con 14 trionfi, la Juve sembra, all’opposto, meno brillante e meno forte dell’Atalanta, che – oltre ad aver raggiunto pure la finale di Europa League – viaggia puntuale a ritmi superiori alla media. E, a testimonianza dell’importanza nazionale della manifestazione, in mattinata i due club sono stati ricevuti al Quirinale dal presidente Sergio Mattarella, che ha tenuto a ricordare loro quale sia la missione dello sport e dove risieda la sua dignità. «Apprezzo molto che siete impegnati, i giocatori con i club, in attività di valore sociale, perché siete un riferimento per i nostri giovani», ha affermato.

IN CAMPO

Bisogna dunque annotare che da molte settimane l’Atalanta offre figure splendide alle platee, nonostante percorra l’ultimo tratto della stagione – in linea teorica il più faticoso. Lucida, rapida, spietata, sapientemente collaudata nella fluidità della manovra. Viceversa la Juve stenta e arranca, allinea prestazioni discutibili ad altre raccapriccianti: giusto per ricordarlo, ha rischiato di perdere con la Salernitana in casa domenica scorsa. Certo, ha ottenuto la qualificazione alla prossima Champions con due giornate di anticipo, ma dal complesso di elementi estetici e concreti dei bianconeri affiora una figura tutt’altro che solida e invidiabile. Si direbbe così che l’esito della finale sia deciso; il risultato già scritto. E invece. Invece della Juve tutto e ogni cosa si può criticare, tranne la preparazione dell’allenatore e il corredo psicologico di cui la squadra e, in via generale, la società possono disporre. L’attitudine al successo del tecnico, intrecciata all’ambizione mostruosa dei vertici, può capovolgere ogni genere di previsione. «Dite che la Juve è sfavorita? Il calcio cambia in un attimo. Per tutti noi può essere l'ultima finale», ha avvertito Allegri in sala-stampa. «I dettagli faranno la differenza. E comunque il nostro obiettivo era che la partecipazione alla Champions», ha proseguito. «Vincere la coppa darebbe un senso diverso alla stagione», ha spiegato il capitano juventino Danilo, che a tratti parla già da dirigente. Né si deve dimenticare, come detto, che il prato dell’Olimpico opporrà diversi giocatori da tempo sospesi e inclusi nell’orbita della Nazionale del ct Luciano Spalletti. Otto ne contiamo, quattro per squadra: vale a dire Gatti, Cambiaso, Chiesa e Kean della Juve; e Scalvini, Carnesecchi, Scamacca e Toloi dell’Atalanta. Volendo scendere nello specifico, non sarebbe forse sbagliato individuare i più probabili convocati per gli Europei in Cambiaso, Chiesa, Scalvini e Scamacca, oltre che in Carnesecchi come terzo portiere. E proprio Scamacca si è (inspiegabilmente) presentato in conferenza-stampa, benché squalificato e quindi indisponibile per la partita di oggi: «Vogliamo scrivere la storia», il suo proclama. Ha chiosato Gasperini, alla ricerca del primo trofeo: «Non pensavo di raggiungere questi traguardi».

VERSO LA GERMANIA

L’Italia debutterà in Germania fra 31 giorni esatti: il 15 giugno, a Dortmund, contro l’Albania. A un pugno di altre partite potrà ancora chiedere indicazioni e suggerimenti Spalletti prima di diramare la lista dei convocati: di sicuro la finale di oggi garantirà, nel contempo, un corposo numero di convocabili impegnati in contemporanea e un livello di competitività piuttosto elevato. Uno scenario simile a un privilegio: meglio per il ct, cioè per noi.


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