Influenza, 263 agenti patogeni stagionali: sintomi e possibili cure. A Natale e Capodanno rischio tutti a letto

Il geriatra Ungar: «L'unica via è vaccinarsi». Ogni punto in più della copertura con i vaccini può salvare la vita a 60 persone

Giovedì 14 Dicembre 2023 di Valentina Arcovio
Influenza, 263 agenti patogeni stagionali: sintomi e possibili cure. A Natale e Capodanno rischio tutti a letto

Natale o Capodanno a letto.

Quest’anno purtroppo non è un’eventualità remota, ma un rischio reale e concreto.

Il picco dell’influenza stagionale è infatti previsto proprio per le prossime feste. D’altronde i casi di influenza, ma anche di sindromi parainfluenzali, sono già in crescita. In totale, da quando è iniziata la sorveglianza epidemica sono quasi 3 milioni gli italiani già colpiti. Nella settimana dal 27 novembre e il 3 dicembre, l’ultima di cui disponiamo i dati al momento, contenuti nel report dell’Istituto superiore di sanità, sono stati registrati 630mila contagi con un’incidenza pari a 10,7 casi per mille assistiti. Erano 9,3 nella settimana precedente. L’incidenza è in aumento in tutte le fasce di età, ma risultano maggiormente colpiti i bambini al di sotto dei cinque anni, in cui l’incidenza è pari a 24,7 casi per mille assistiti.

«Nella settimana di Natale potremmo arrivare a 800mila casi tra influenza vera e propria, virus respiratorio sinciziale (Rsv), metapneumovirus e anche un po’ di Covid», dice il virologo dell’Università Statale di Milano Fabrizio Pregliasco, che per «la settimana clou» prevede un buon numero di italiani messi a letto da «sindromi con febbre sopra i 38 gradi». Oltre che al virus dell’influenza, nel corso della stagione fredda infatti ci si ritroverà a fare i conti con altri 262 “ospiti indesiderati” che possono provocare sindromi parainfluenzali. Si tratta perlopiù di influenze intestinali, responsabili di crampi e dolori addominali, malessere generale, perdita di appetito, febbre, dolori muscolari e mal di testa. A differenza dell’influenza vera e propria, le sindromi parainfluenzali durano pochi giorni, anche se possono lasciare qualche strascico dopo la guarigione. Tra influenza e sindromi parainfluenzali, si stimano per questa stagione oltre 16 milioni di italiani KO o quasi.

ATTENZIONE ALTA

 È evidente dunque la necessità di ricorrere ai ripari e limitare il più possibile i rischi, specialmente quelli legati all’influenza stagionale. L’influenza, infatti, non è sempre e per tutti una breve “parentesi” da superare. Negli anziani, ad esempio, può provocare complicanze anche letali. Per questo i cosiddetti “fragili” hanno bisogno più di tutti di correre ai ripari. Per l’influenza questo significa sottoporsi alla vaccinazione, come ricordano gli esperti della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (Sigg), in occasione del congresso nazionale in corso a Firenze. Che il vaccino rappresenti un salvagente per gli over 65 lo dicono i numeri. Un recente studio coordinato dall’ospedale San Martino di Genova e pubblicato sulla rivista Frontiers, ha dimostrato che a fronte dell’aumento dell’1% della copertura vaccinale si ha una riduzione dello 0.6% delle morti legate all’influenza. «Si tratta di un risultato particolarmente importante», sottolinea Andrea Ungar, presidente Sigg e ordinario di Geriatria all’Università di Firenze. «Poiché in Italia muoiono ogni anno oltre 9mila persone a causa dell’influenza e della polmonite a essa associata, il dato significa che ogni punto percentuale in più della copertura vaccinale – continua – può salvare quasi 60 persone e, raggiungendo un tasso minimo di copertura vaccinale del 75%, si potrebbero risparmiare 1.500 vite ogni anno. Tutto questo indica che la longevità è un traguardo che si raggiunge anche grazie al contributo delle vaccinazioni. Massimizzare le protezioni offerte, innalzando le coperture vaccinali degli over 65 ai livelli auspicabili minimi, se non ottimali, raccomandati dalle istituzioni sanitarie nazionali e internazionali, è dunque un obiettivo prioritario e una scelta di sanità pubblica fondamentale e irrinunciabile». Non è ancora troppo tardi per vaccinarsi, ma bisogna fare presto visto che il vaccino impiega almeno due settimane per fare effetto.

I GIUSTI COMPORTAMENTI

 Oltre alla vaccinazione è altrettanto fondamentale tenere bene a mente alcune regole di buon senso contro l’influenza, più volte promosse anche durante la pandemia Covid. La prima è quella di lavare regolarmente le mani e asciugarle correttamente. In particolare, le mani devono essere sciacquate accuratamente con acqua e sapone per almeno 40-60 secondi. I disinfettanti per le mani a base alcolica possono rappresentare una valida alternativa in assenza di acqua. È inoltre raccomandato osservare una buona igiene respiratoria, ossia coprire bocca e naso quando si starnutisce o tossisce, con fazzoletti monouso da smaltire correttamente. Nel caso in cui le precauzioni prese non bastassero è bene ricordare che per curare sia l’influenza stagionale che le sindromi parainfluenzali si possono utilizzare solo farmaci in grado di attenuare i principali sintomi, attenendosi al foglietto illustrativo per quel che riguarda le dosi. Per esempio, se il problema è soprattutto la febbre è opportuno far ricorso a un antipiretico, mentre se oltre all’aumento della temperatura si è tormentati anche da dolori a muscoli e articolazioni a tale medicinale si può associare un antinfiammatorio. Inoltre, chi ha il naso chiuso può favorirne la liberazione con un decongestionante nasale, mentre chi lamenta tosse può attenuarla con gli appositi sciroppi. Assolutamente inutili sono invece gli antibiotici. «Quest’ultimi non hanno alcun effetto contro i virus», ricorda Pregliasco. «In presenza di sintomi influenzali è certamente opportuno limitare i contatti sociali, indossando la mascherina quando si sta insieme agli altri», conclude.

Ultimo aggiornamento: 07:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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