Casi Covid in aumento, cosa fare in caso di tampone positivo? Le regole in vigore

Nessun obbligo di isolamento, ma vanno rispettate alcune raccomandazioni del Ministero

Mercoledì 29 Novembre 2023
Casi Covid in aumento, cosa fare in caso di tampone positivo? Le regole in vigore

I casi Covid in Italia sono attualmente in aumento e, secondo i più recenti dati dell'Istituto Superiore di Sanità, i ceppi virali in circolazione sono principalmente due: la nota variante Eris (che comprende ben il 52% dei contagi attuali), e la variante Pirola, in rapida crescita. La situazione ospedaliera resta sotto controllo, ma cosa occore fare in caso di tampone positivo?

Casi Covid in aumento, gli esperti: «Più ceppi in circolazione. Variante Eris al 52%, cresce anche Pirola»

Di seguito le regole e le raccomandazioni ad oggi in vigore su sulla gestione della malattia e la prevenzione dei contagi.

Tampone positivo: cosa fare?

Le persone che risultano positive ad un tampone molecolare o antigenico per Sars-CoV-2, secondo la circolare del ministero della Salute dello scorso 11 agosto non sono più tenute alla misura dell’isolamento. Esistono però alcune raccomandazioni che il ministero dispone di rispettare per prevenire la trasmissione delle infezioni respiratorie

  • Indossare una mascherina chirurgica o FFP2 se si entra in contatto con altre persone
  • Evitare ambienti affollati.
  • Se si è sintomatici, rimanere a casa fino alla fine dei sintomi
  • Informare le persone con cui si è stati in contatto nei giorni precedenti al tampone, soprattutto se anziane, fragili o immunodepresse.
  • Contattare il proprio medico se rientriamo nelle categorie più a rischio (persone fragili o immunodepresse) ma anche se i sintomi non si attenuano dopo 3 giorni o se notiamo che le condizioni cliniche peggiorano
  • Curare attentamente l'igiene delle mani
  • Evitare il contatto con persone fragili, immunodepresse, donne in gravidanza, e di frequentare ospedali o Rsa. Quest'ultima raccomandazione è importante in particolare per gli operatori addetti all’assistenza sanitaria e socio-sanitaria, che devono quindi evitare il contatto con pazienti a rischio.

Cosa fare se si viene a contatto con un positivo

Nel caso in cui si abbiano contatti ravvicinati con persone che risultano poi positivi al Covid, la stessa circolare ministeriale di agosto non applica misure restrittive, ma una serie di raccomandazioni simili alle precedenti. 

 Si raccomanda in particolare di prestare attenzione all’eventuale comparsa di sintomi tipici del Covid (febbre, tosse, mal di gola, stanchezza) nei giorni successivi al contatto. Come sopra, nei giorni successivi al contatto è bene evitare di incontrare persone fragili, immunodepresse o donne in gravidanza. Se si riscontrano alcuni sintomi va effettuato un test antigenico, anche autosomministrato, o molecolare per Sars-CoV-2, afferma la circolare. 

 

Regole di accesso nelle strutture sanitarie 

Per quanto riguarda l'accesso o il ricovero negli ospedali e in altre strutture socio-sanitarie, o residenze sanitarie come le Rsa, le disposizioni sono dettate da una successiva circolare ministeriale, emanata lo scorso 8 settembre.

«Per i pazienti che non presentano sintomi compatibili con Covid al triage effettuato all’accesso al Pronto Soccorso non è indicata l’esecuzione del test per Sars-CoV-2». Viceversa, ovviamente, fa effettuato il test per coloro che presentano sintomi compatibili con il Covid. «Laddove possibile - si legge - è opportuno attivare o mantenere un percorso più ampio di sorveglianza epidemiologica con la ricerca di altri virus, quali ad esempio: virus influenzali A e B, VRS, Adenovirus, Bocavirus, Coronavirus umani diversi da SARS-CoV-2, Metapneumovirus, virus Parainfluenzali, Rhinovirus, Enterovirus». 

Il ministero dispone la necessità di effettuare un tampone per Sars-CoV-2 nei seguenti casi:

  • Per i pazienti che all’anamnesi dichiarano di aver avuto contatti stretti con un caso confermato di Covid, con contatto avvenuto negli ultimi 5 giorni, è indicata l’effettuazione di test diagnostici per 
  • Per i pazienti, anche asintomatici, che devono effettuare ricovero o un trasferimento in reparti ad alto rischio (per esempio Rsa, o reparti che ospitano pazienti immunocompromessi e fragili) è indicata l’effettuazione del tempone
  • Agli ospiti che devono accedere alle strutture residenziali sanitarie e socio-sanitarie, in cui sono presenti persone fragili e ad altro rischio per età o patologie pregresse

Per quanto riguarda i visitatori o accompagnatori, coloro che presentano sintomi compatibili con il Covid devono  assolutamente evitare di accedere alle succitate strutture.

Stessa cosa per gli operatori socio-sanitari che presentano sintomi di infezioni respiratorie, che devono naturalmente evitare di accedere in settori assistenziali, sia di degenza che ambulatoriali, nei quali sono presenti pazienti immunocompromessi e fragili, rispettando le modalità e le procedure adottate dalle direzioni delle strutture.

Ultimo aggiornamento: 11:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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