Aveva solamente 12 anni il bambino che nel tardo pomeriggio di martedì è volato giù dalla terrazza della sua casa al quarto piano di piazza dei Mirti, a Centocelle. Non un terribile incidente, ma un suicidio. A soli 12 anni. Una lite in casa, un semplice rimprovero del papà per i compiti, tanto sarebbe bastato per scatenare nel piccolo l’impulso a togliersi la vita. Dalla strada alcuni testimoni l’hanno visto lanciarsi nel vuoto, un urlo poi il tonfo.
Roma, precipita dalla finestra e muore a dodici anni: i genitori erano in casa. Dramma a Centocelle
Su una panchina della piazza, vicino al luogo dell’impatto, ora ci sonoieri fiori e bigliettini. «Sarai sempre con noi», si legge. Chi era presente martedì sembra risentire l’eco delle parole disperate del papà: «È colpa mia». Sconvolta la mamma che era in farmacia. Molti si interrogano su come possa un dodicenne arrivare solo a immaginare un’azione simile. Il dramma di Centocelle, però, non rappresenta un caso isolato. Anzi. Basti pensare che nell’ultimo anno alla sola Unità operativa di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’adolescenza dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù sono arrivate 1500 richieste di aiuto per problematiche mentali in età evolutiva a cui si aggiungono le oltre 5mila consulenze.
I SEGNALI
E che negli ultimi dieci gli accessi per ideazione suicidaria o tentato suicidio nell’età evolutiva sono aumentati del 75%. «Non è un elemento di routine familiare come un rimprovero a correlarsi direttamente all’episodio - spiega Maria Pontillo, psicoterapeuta dell’Unità operativa del Bambino Gesù - certi esiti sono il risultato di un malessere che era presente e che molto spesso si nasconde dietro a depressioni mascherate di cui è molto difficile cogliere i segni. Chi ne soffre cerca di svolgere le normali attività pur di non essere stigmatizzato». La dottoressa aggiunge che «nella pre-adolescenza non è ancora completamente sviluppata la capacità di ponderare il rischio e il pericolo. Non è maturata la corteccia frontale deputata, ma prevale il sistema limbico che è una parte del cervello che gestisce la componente impulsivo-emotiva».
Che può fare, dunque, un genitore o un insegnante per prevenire situazioni a rischio? «Innanzitutto, deve sapere che la depressione esiste anche in questa fascia d’età. Ci sono segnali da non sottovalutare come i cambiamenti di umore repentini, con minori che diventano facilmente irritabili o che piangono senza un motivo valido. Altro segnale è l’alterazione dei ritmi del sonno-veglia o del mangiare. Quindi il progressivo isolamento dalle relazioni sociali». Presso l’ospedale è attivo un percorso clinico per la prevenzione del suicidio in età evolutiva. In collaborazione con le Asl e la Regione è attiva h24 una linea telefonica “Lucy” 06.6859.2265 per le consulenze psicologiche urgenti.