Meloni-Schlein, Vespa pronto a fare da arbitro: confronto sui temi. E intorno a lui la politica si agita

Tranquillissimo mentre intorno a lui la politica si agita. L’importanza dello share

Martedì 14 Maggio 2024 di Mario Ajello
Meloni-Schlein, Vespa pronto a fare da arbitro: confronto sui temi. E intorno a lui la politica si agita

Pronto, Vespa? «Sì, sono Bruno». Ma ha visto che sul duello Meloni-Schlein... «Vedo tutto.

Ascolto tutto. Ma io faccio il mio. Si è deciso il confronto, sono contento di ospitarlo, un minuto dopo aver ricevuto la conferma da Meloni e Schlein ho fatto partire gli inviti e adesso aspetto e mi preparo. Alla luce delle regole che stabilirà l’Agcom, vedremo come assicurare lo stesso spazio agli altri leader».

Ecco, Bruno il Gran Ciambellano della Prima e della Seconda Repubblica, il presidente della Terza Camera del Parlamento italiano, è come sempre tranquillissimo. Intorno a lui tutto si muove, tutti si agitano, e monta come un soufflé da circuito mediatico-politico il super-evento attesissimo ma su cui gravano anche tanti dubbi: sposterà voti? Servirà a qualcosa? Si rivelerà solo infotainment o sarà utile ai cittadini per farsi un’idea dell’Europa possibile? Finirà che Giorgia e Elly litigheranno forte e duro o vincerà il fair play e non la lite da ballatoio?

L’ARBITRO

Conoscendo Vespa, quel che è certo è che mani più esperte a cui affidare questo dibattito non ne esistono. E guarda caso, tra tutte le discussioni e polemiche in corso, nessuno mette in dubbio che l’arbitro scelto sia quello giusto. Infatti al Nazareno a chi obietta che nella Rai meloniana Schlein deve stare molto attenta, lei replica: «Mi sono sempre trovata bene da Vespa. Che problema c’è?». Ma certo che il problema non è Bruno, attorno al quale, mentre lui è di poche parole, gira tutta la solita musica italiana e suona così: chi il faccia a faccia lo vuole in un modo (tutti insieme!), chi in un altro (non un match unico tra le due, ma loro due anche su Sky) e c’è chi come Tajani e Calenda propone la misura extra-large anche detta all’americana (ma occhio a non confondere questa espressione mediatico-politica con quella di tipo poliziesco del confronto all’americana), chi fa i capricci («Io duellare con Salvini? Ma neanche per sogno!», protesta Conte), chi come le liste piccole piccole (alla Santoro: dividerà il ring con Cateno De Luca detto Scateno?) teme di restare fuori dal grande circo, chi fa già le scommesse sullo share (se i confronti a due saranno tanti, il primo sarà un trionfo di ascolti e gli altri progressivamente saranno un calo continuo e una noia crescente).

Ci si immagina anche le staffette, nel caso di confronti a due ma ripetuti e plurimi (per i quali però Meloni ha già fatto sapere ai suoi che non ha tempo: «Vi informo che nei ritagli di tempo dovrei fare anche il premier...») per esempio tra i rosso-verdi: il primo match (ma con chi? Con Renzi? O Renzi dovrà fare a testate con Calenda?) lo fa Fratoianni e il secondo Bonelli o viceversa? Il problema di chi va in scena si presenta anche per il format tutti insieme e tutti contro tutti in una botta sola: Matteo o Emma per gli Stati Uniti d’Europa? E quanto al minutaggio del confronto a due (più due più due più due nelle serate successive al 23 maggio), almeno su questo i vari leader e partiti sono fondamentalmente d’accordo e la Rai ha già un’idea: la durata sarà di un’ora esatta, dalla fine del Tg1 fino alla prima serata - dunque nel momento clou per l’Italia dei telespettatori - e insomma tempi certi e regole d’ingaggio precise. Guai a chi sfora il minutaggio e vietato insultare.

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STRANI INTRECCI

Vespa aspetta. Tra Agcom che dirà a breve la sua ma già si sa quel che dirà - bene il faccia a faccia tra le due leader ma agli altri va garantito stesso spazio e stesse fasce orarie per non creare disparità di ascolti, e comunque l’autorità delle telecomunicazioni presieduta da Giacomo Lasorella domani si riunirà e anche se nell’ordine del giorno non c’è il tema duello non si potrà non parlarne almeno di striscio - e la commissione di Vigilanza che è sul piede di guerra e in cui sarà gustoso vedere le alleanze più strane e più acrobatiche intorno al big match Eva contro Eva. Tajani e Conte, forzisti e post-grillini, sulla stessa parte della barricata dipinta in maniera totalmente inedita di giallo-azzurro contro i rosso-nero (in realtà lei non è mai stata rossa e l’altra non è nera) di Elly e Giorgia. E se Salvini aveva detto di essere pronto a incrociare le lame con Conte nel duello delle seconde file, adesso conferma l’intenzione anche per vendicare se stesso: cerca la rivincita rispetto a quando Conte sul banco del governo in Parlamento gli mise la mano sulla spalla e lo demolì al tempo della fine dell’esecutivo giallo-verde. E sarebbe un peccato perdersi stavolta il duello tra l’ex avvocato del popolo e l’ex capitano (ora c’è il Generale Vannacci che svetta e aspirerebbe a un posticino televisivo nelle partitissime tra i leader) perché mai come adesso vanno d’accordo su tutto: a cominciare dalla scarsa simpatia per la resistenza ucraina.

L’ineffabile Bruno sembra voler far giocare i ragazzi: Vespa è uomo di mondo e sa che in tanto bailamme una soluzione si troverà e magari sarà proprio quella che è stata già trovata. Un bel Porta a Porta a più mandate in modo da rispettare tutti come è giusto nel servizio pubblico. E nessuno resterà senza la sua tribuna. Che poi i leader, al netto di quale format ci sarà, riusciranno a riempire di contenuti le occasioni che verranno loro date è un altro discorso. Il rischio è che, mentre noi addetti ai lavori ci entusiasmiamo o fingiamo di entusiasmarci per il big duel, quello si rivelerà deludente magari nella modalità: tu sei fascista, e tu sei una traditrice della patria. Noi speriamo che si trattengano dalla propaganda Elly e Giorgia e che siano capaci (se non di rubarsi voti a vicenda, impossibile) di offrire un buono spettacolo. Cioè quello incentrato sulle politiche da attuare in Europa e sull’estrema importanza dell’Europa per la vita quotidiana dei cittadini italiani, quello in grado di attirare l’attenzione degli elettori e di dissuaderli dalla diserzione nelle urne che è molto temuta sia dai nostri partiti sia dalle istituzioni Ue.

CONFRONTO TECNICO

E Bruno? Vespa vuole un confronto «molto tecnico». E ha ragione: non c’è nulla di più pop che parlare di cose concrete. Tutto il resto è rumore.

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