Trabujo e l'«aura d'impunità» a piazzale Roma

Venerdì 3 Dicembre 2021
Trabujo e l'«aura d'impunità» a piazzale Roma
VENEZIA Pensavano di essere sopra la legge. Di conseguenza agivano con «assoluta sicurezza e aurà d'impunità». L'episodio è marginale nelle 366 pagine dell'ordinanza di custodia cautelare, ma è prototipo del modo di fare. I fatti: Gilberto Lolli Boatto, all'epoca fidato luogotenente di Felice Maniero e, per la procura e il gip di Venezia, attuale nonché principale artefice del tentativo di rinascita della Mala del Brenta, doveva consegnare una pistola ad un capomafia di un'importante famiglia siciliana (della vicenda parliamo in un articolo a pagina 8 del fascicolo nazionale). Come più volte ritorna negli episodi raccontati dall'ordinanza del giudice per le indagini preliminari Barbara Lancieri, se Boatto è la mente, il braccio operativo è Loris Trabujo. Boatto e Trabujo si accordano affinché sia quest'ultimo a incontrare l'emissario del capofamiglia a Venezia. E così avviene. «Va posto l'accento - scrive il gip Lancieri - sulla circostanza che la consegna dell'arma è avvenuta in uno dei luoghi più frequentati di Venezia, piazzale Roma, presidiato da tutte le forze dell'ordine: carabinieri, militari e agenti della polizia locale. Ciò a riprova dell'assoluta sicurezza e aura d'impunità con la quale Trabujo e i suoi si muovono in questo territorio». L'incontro non passa inosservato: i carabinieri seguono Trabujo e i suoi dal 2015 e il faccia a faccia tra il braccio destro di Lolli Boatto e il nipote del capofamiglia siciliano viene osservato e fotografato da carabinieri in pattuglia tanto che la pistola non arriverà mai a destinazione, intercettata da alcune pattuglie dell'Arma nel Vicentino. «Andavano a colpo sicuro» dirà l'emissario allo zio, temendo di essere stato intercettato. Ma questo, a Trabujo e i suoi, non interessava. (n.mun.)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci