Bonazza, il re degli insaccati, condannato a due anni per usura

Giovedì 13 Maggio 2021 di Gianluca Amadori
Usura, condannato Angelo Bonazza titolare dell'omonima azienda di Tessera

VENEZIA - Confermata in appello la condanna a due anni di reclusione, per il reato di usura, a carico di Angelo Bonazza, 80 anni, il re degli insaccati, titolare dell'omonima azienda di Tessera che, nel corso degli anni ha poi rilevato la trevigiana Bechèr e lo stabilimento Unterberger che produce speck in provincia di Belluno.
La seconda sezione penale della Corte lagunare, presieduta da Antonio Liguori, ha rigettato il ricorso presentato dal difensore dell'anziano imprenditore, l'avvocato trevigiano Piero Barolo il quale, dopo il deposito delle motivazioni, atteso nelle prossime settimane, si rivolgerà alla Cassazione.
La pena (con la sospensione condizionale) si riferisce soltanto ad uno degli episodi contestati dalla Procura, ovvero ad un prestito di circa 13 mila euro - con interessi di oltre il 70 per cento annuo - concesso nel 2008 ai danni di Andrea Barbiero, figlio di Lucio, noto florovivaista di Casale sul Sile.

ALTRI EPISODI PRESCRITTI

I precedenti prestiti, più datati, erano stati già dichiarati prescritti a conclusione del processo di primo grado, nel quale Bonazza fu assolto, invece, dall'accusa di estorsione. Esito che la Corte d'appello ha ugualmente confermato, condannando l'imprenditore di Tessera al pagamento delle spese di giudizio.
«I miei assistiti sono stati letteralmente devastati da questa vicenda», ha dichiarato l'avvocato Luigi Ravagnan, che si è costituito parte civile per la famiglia Barbiero e attende la conclusione del procedimento per valutare se proseguire il contenzioso in sede civile per ottenere il risarcimento dei danni sofferti dai suoi assistiti.
Nel corso dell'inchiesta l'imprenditore di Tessera aveva subito un sequestro conservativo dei beni fino all'ammontare di 300 mila euro a garanzia di eventuali risarcimenti ma la sentenza di primo grado, contestualmente alla dichiarazione di prescrizione, revocò quel provvedimento.

TASSI USURAI

L'inchiesta fu avviata sulla base della denuncia presentata dai Barbiero i quali hanno raccontato di numerosi prestiti usurai (con tassi del 10-15 per cento mensile) che Bonazza aveva loro accordato tra il 2000 e il 2008, ma soltanto l'ultimo è stato considerato non ancora coperto da prescrizione (si potrebbe prescrivere tra pochi mesi). Il florovivaista di Casale ha dichiarato di essere stato costretto, per evitare il fallimento, a cedere all'imprenditore di Tessera la sua casa per metà del valore. La difesa ha fin dall'inizio cercato di dimostrare l'insussistenza delle accuse e l'innocenza di Bonazza.
 

Ultimo aggiornamento: 14 Maggio, 09:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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