CHIOGGIA - Insultato e aggredito da un paio di giovinastri, soccorso da un barista che li ha messi in fuga prima che accadesse di peggio.
I COLPEVOLI
Questa volta, però, il giovane in questione sarebbe estraneo all’accaduto: il comportamento deteriore sarebbe stato messo in atto da suoi amici o, almeno, conoscenti che, da qualche tempo, gravitano nella zona, con comportamenti da bulli, sostando ore nei pressi del ponte, fumando e bevendo dalle bottiglie di birra che tengono ostentatamente in mano. Quando hanno cominciato a piovere le offese, don Vincenzo, che stava dirigendosi verso il Corso, esasperato dalle frasi dei ragazzi, è tornato sui suoi passi e li ha apostrofati dicendo «non dovete dire queste cose». Loro si allontanavano continuando a inveire contro e lui li ha quasi rincorsi per qualche decina di metri, fino a quando si sono fermati e gli hanno dato uno spintone. E’ stato il momento peggiore: don Vincenzo non ha né l’età, né la forza per resistere a un’aggressione fisica e avrebbe potuto cadere e farsi male. Per fortuna il titolare della Cichetteria Nino Fisolo, Diego Ardizzon, è corso in suo aiuto: abituato ai comportamenti di certi bulli, è stato lui qualche anno fa a denunciarne i comportamenti, a lanciare le iniziative di riqualificazione che hanno disturbato certi traffici e impedito certi atteggiamenti. Ma qualche residuo del vecchio malcostume ogni tanto riemerge.
L’AIUTO
Ardizzon ha allontanato i due bulli e, prendendo sottobraccio don Vincenzo, lo ha accompagnato al suo bar, dove lo ha rifocillato e fatto riprendere dallo spavento. Tutto finito? Neanche per sogno. «Per il resto della mattinata – racconta – quei due sono venuti vicino al mio locale, urlandomi cose come “infame”, “amico degli sbirri”, “fatti i ca… tuoi”. Ma oggi (venerdì, ndr) non si sono fatti vedere nella zona». In riva Vena, comunque, ci sono le telecamere della polizia locale, installate anche grazie alle sollecitazioni di Ardizzon.