VENEZIA - Si è «presentato» oggi, 12 febbraio, a Venezia Francesco, il primo paziente in Italia a cui è stato trapiantato l'11 maggio scorso un cuore fermo da 20 minuti, al centro «Gallucci» di Padova. È avvenuto stamani durante una conferenza stampa con il presidente veneto, Luca Zaia, e con il presidente del «Gallucci», Gino Gerosa. «Sto bene - ha detto Francesco, 45 anni -, parlo piano perché il dottore dice di farlo.
Il primato veneto
L'incontro con Francesco e Gerosa è avvenuto in vista della Giornata mondiale dedicata alle Cardiopatie Congenite, che si celebra il 14 febbraio. «Il professor Gerosa con tutto il team dell'Azienda Ospedale Università di Padova - ha commentato Zaia - ha portato a termine un lavoro eccezionale che ha fatto scuola in tutto il mondo. Aver ampliato l'attività ai trapianti da pazienti in morte cardiaca non è stata soltanto una grande operazione per salvare una vita, ma ha significato l'apertura di un nuovo corso. Un primato che si aggiunge per il Veneto a quello del primo trapianto cardiaco italiano nel 1985 con il professor Gallucci. Per la seconda volta in questo ambito in Veneto si è varcata la soglia di quello che era ritenuto impensabile. È il frutto di un tessuto scientifico dove ricerca e terapia sono strettamente connesse restando sempre al passo con i tempi e, se possibile, anticipandoli».
Le cardiopatie congenite
Ogni anno in Veneto, è stato riferito, ci sono circa 300 nuovi nati affetti cardiopatie congenite più o meno gravi, con un'incidenza sulla popolazione tra l'8 e il 10 per mille. Su 100 persone che muoiono nel mondo, per 44 la causa è per problemi di cuore. «Abbiamo già raddoppiato i trapianti rispetto all'anno precedente - ha aggiunto Zaia - e il Veneto è una delle prime regioni in Italia per numero di quelli di cuore. Non ci fermiamo qui, continuiamo l'impegno, anche nella ricerca, per garantire a chi è in lista d'attesa per i trapianti nuove e innovative soluzioni. Il futuro sarà anche il cuore artificiale, il trapianto fra diverse specie, la rigenerazione di organi un tempo ritenuti non più efficienti. La medicina, in Veneto è anche ricerca. E la ricerca è applicata, giorno dopo giorno, in casi che da noi non sono solo 'pazientì, ma storie di grande umanità. Ognuna delle quali merita di essere raccontata».