Coraggio Italia: Brugnaro pronto al salto nazionale con un nuovo partito di centro

Giovedì 13 Maggio 2021 di Michele Fullin
Coraggio Italia: Brugnaro pronto al salto nazionale con un nuovo partito di centro
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VENEZIA - Era la fine di gennaio 1994 quando Silvio Berlusconi annunciò in televisione la sua discesa in campo nella politica nazionale come rappresentante della società civile.

Un fatto di cui si parlava da mesi e che era dato per scontato dai commentatori. A distanza di 27 anni, il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro (anche lui imprenditore di successo, è il patron del gruppo Umana) sembra ripercorrere una strada già tracciata. Forte del successo ottenuto a settembre con la conferma del mandato al primo turno con la sua lista civica e gli alleati di centrodestra Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia, Brugnaro continua a tessere la sua tela per un movimento nazionale, di cui peraltro negli ultimi mesi non aveva mai fatto mistero. La collocazione è nel centrodestra liberale, il nome e il marchio sono già stati depositati da circa un mese: l'accattivante esortazione Coraggio Italia (anche qui il parallelo con l'ex Cavaliere è evidente) e quasi certamente il colore dominante sarà quel fucsia che gli ha portato tanta fortuna a Venezia.


L'INCONTRO
Proprio ieri, Brugnaro ha incontrato in un hotel della Capitale il presidente della Regione Liguria e leader di Cambiamo! Giovanni Toti. Con lui il sindaco di Venezia ha più di una cosa in comune: ha strappato un ente politico da decenni in mano alle coalizioni di centrosinistra e ha bissato il suo successo in modo molto personale. Lo scopo è coinvolgere Cambiamo! nell'ambizioso progetto civico con cui tentare la scalata al Parlamento e alle stanze del Governo alle prossime elezioni. Ma, se il matrimonio riuscisse, potrebbe contare già sui 6 senatori e sugli 8 deputati che fanno capo al partito del governatore ligure. E Brugnaro non è da meno: con lui potrebbe esserci fin d'ora un analogo numero di parlamentari pronti a manifestarsi.
«Ringrazio Giovanni Toti - conferma Brugnaro - perché vuol essere parte della costruzione di un nuovo grande progetto politico. È il momento di fare scelte coraggiose: donne e uomini di buona volontà a cui chiediamo di mettersi generosamente a disposizione per il futuro dell'Italia». Le stesse parole che, con qualche distinguo, nel 2015 aveva pronunciato lanciando il suo progetto dal colore fucsia al grido di Ghea podemo far (ce la possiamo fare). «Non possiamo più far finta di niente, dobbiamo da subito sostenere le riforme, creare lavoro e rilanciare il nostro Paese, tutti insieme».


LA LUNGA MARCIA
Il progetto di Brugnaro parte da lontano. Nel gennaio 2019 andava d'amore e d'accordo con il leader di Forza Italia, Antonio Tajani, con il quale cercava di far partire una riforma del centrodestra moderato, dopo i successi delle frange più estreme rappresentate dai partiti di Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Già in passato il sindaco di Venezia aveva cercato di esportare il suo modello alle amministrative di altre città della provincia, tuttavia era emersa molto presto la forte correlazione tra la sua persona e la lista. Così aveva cominciato a confrontarsi con l'allora presidente del Parlamento europeo per rifondare il centrodestra a partire dal Veneto. Oltre a Tajani, Brugnaro guardava con simpatia a Carlo Calenda, leader di Azione.
Prima delle elezioni del 2020, aveva già pensato al suo futuro, visto che non avrebbe più potuto fare il sindaco per la terza volta consecutiva: esportare a livello nazionale quello che chiama il partito del fare.
«Io faccio e presento risultati - aveva anticipato Brugnaro al Gazzettino lo scorso settembre, rispondendo a una domanda sul suo futuro politico - Il bilancio di Venezia risanato, ad esempio, dimostra, in tempi in cui si parla di come spendere il recovery fund, che si può fare spesa produttiva, che anche con i prestiti si può mettere in modo una macchina senza gravare sulle generazioni future. Metto tutto sul piatto, credo poi che sarà convenienza dei partiti cogliere la palla e andare a canestro tutti insieme».


NEL CENTRODESTRA
Il simbolo sarebbe già stato depositato, stando a quanto rivela Adn Kronos, il 15 aprile presso l'Ufficio brevetti e marchi del Ministero dello Sviluppo economico, dall'associazione Un'impresa comune, che risulta essere titolare anche del sito internet brugnarosindaco.it. Tre le versioni del logo: una presenta la scritta Coraggio Italia all'interno di un cerchio; in un'altra la scritta è racchiusa in un quadrato; il terzo marchio consiste in un'impronta raffigurante il testo Coraggio Italia, in caratteri di fantasia, con la I di Italia di dimensioni maggiori.
Il governatore ligure e il sindaco di Venezia si rivedranno tra una settimana.
Anche il deputato di Forza Italia Gianfranco Rotondi, che è anche leader di Democrazia Cristiana per le autonomie è uno sponsor del Brugnaro politico nazionale: «Penso che Brugnaro sia un talento da mandare in prima linea, ma per allargare un'area bisogna partire da quello che già esiste. Berlusconi nel 94 partì dall'esperienza della Dc e anche oggi bisogna ripartire dall'esperienza di Forza Italia, che non deve essere liquidata».

Ultimo aggiornamento: 13:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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