Fuga dei primari, «perchè il mettiamo a lavorare». Bufera sul direttore generale Francesco Benazzi, arriva l'esposto dell'Ordine. «Non volevo offendere»

Sabato 11 Maggio 2024 di Mauro Favaro
Fuga dei primari, «perchè il mettiamo a lavorare». Bufera sul direttore generale Francesco Benazzi, arriva l'esposto dell'Ordine. «Non volevo offendere»

TREVISO - È scontro aperto tra Gianluca Piccoli, 49 anni, ex primario della radiologia di Conegliano (dimessosi a fine febbraio), e Francesco Benazzi, direttore generale dell’Usl della Marca. Il primo ha presentato un esposto contro il secondo all’Ordine dei medici di Treviso. E quest’ultimo, guidato dal presidente Luigino Guarini, ha aperto un procedimento disciplinare nei confronti di Benazzi. Un atto dovuto, per ora. Il direttore generale ha già presentato una propria memoria difensiva. Cosa rischia? Si va dall’archiviazione fino al richiamo o alla sospensione. Tutto è partito dalle frasi pronunciate lo scorso novembre da Benazzi, davanti al consiglio comunale di Vittorio Veneto, su primari che avrebbero preferito lasciare il pubblico per guadagnare di più nel privato.

LE FRASI SOTTO ACCUSA

La fuga dei primari? C’è perché li mettiamo sotto a lavorare – aveva scandito – quelli che non hanno coraggio e non hanno un’etica, se ne vanno. D’altronde che alternativa avevamo? O li obbligavamo o si restava con le liste d’attesa”. Ma poi aveva fatto anche un riferimento più preciso. “Un primario di Conegliano è fuggito solo perché gli abbiamo detto che la radiologia non girava e che così non poteva andare avanti. O si metteva in riga o sennò lo mettevamo in riga noi – aveva aggiunto – ha preferito andare via.

Certo, è più comodo andare nel privato a prendere 6mila, 7mila euro e non avere il problema di garantire le guardie, il presidio di Vittorio Veneto, le liste d’attesa. Questa è la verità”. Benazzi, va specificato, non aveva fatto nomi. Ma evidentemente Piccoli si è sentito ingiustamente chiamato in causa. Già nell’immediato aveva fatto sapere di aver messo la questione nelle mani del proprio avvocato. Lo scorso marzo, nel frattempo, ha assunto il ruolo di responsabile della diagnostica per immagini di tutto il gruppo Policlinico Città di Udine, struttura ospedaliera privata.

LE SCUSE

Ma di pari passo l’esposto all’Ordine dei medici di Treviso ha fatto il proprio corso. «Eravamo in un momento particolarmente difficile, sotto pressione, con le liste d’attesa e con i pazienti che aspettavano – spiega oggi Benazzi – e probabilmente ho anche esagerato nello spingere i nostri collaboratori a recuperare chi era in attesa». Dopo il caso nel consiglio comunale di Vittorio Veneto era anche arrivata una dura presa di posizione da parte dei rappresentanti delle sigle sindacali Aaroi, Anaao Assomed, Aupi Fassid, Cgil medici, Fassid e Grd. Già il giorno dopo, in realtà, il direttore generale aveva corretto il tiro, anche attraverso un messaggio inviato a tutti i primari dell’Usl. «Ho usato parole forti, andando forse oltre. Ma l’intento è sempre quello di salvaguardare la sanità pubblica e i cittadini che ne hanno bisogno – aveva detto – riceviamo lettere da parte di persone anche con pluri-patologie che magari hanno uno stipendio di 800 euro al mese e che hanno bisogno di una risposta per quanto riguarda Tac e risonanze. Per questo credo che i medici che restano nel pubblico, a fare le guardie, le notti e ad abbattere le liste d’attesa, siano doppiamente eroi». E’ questo il quadro dal quale ora partiranno le valutazioni sul procedimento disciplinare. «Mi dispiace – conclude Benazzi – sono un medico anch’io. E non era assolutamente mia intenzione offendere i colleghi. Sarebbe stato come offendere me stesso».

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