TREVISO - Dall'età minima per la vendita dei cuccioli (60 giorni per i cani, 90 per i gattini di razza) ai certificati necessari, dalle malattie che possono determinare la nullità della cessione alla gestione degli esemplari lasciati in pensione (di chi è la responsabilità in caso di malattia o morte?) o dell'accoppiamento, fino a specie diverse come altri mammiferi o uccelli. Sono solo alcuni esempi della disciplina riguardo agli animali da compagnia inserita nella nuova edizione trevigiana della Raccolta provinciale degli usi, appena pubblicata dalla Camera di commercio di Treviso e Belluno.
Le norme per gli amici a quattro zampe
A conferma di come ormai siano sempre più parte integrante della vita di ciascuno di noi e, quindi, si siano anche via via instaurate una serie di regole al riguardo, amici con pelo o piume (alle volte pure con squame) è stato dedicato per la prima volta un capitolo in questo "prontuario".
Le linee guida
Dal 1934, le Camere di commercio li censiscono, li codificano e li raccolgono in apposite "guide" a livello provinciale. Queste vengono poi periodicamente aggiornate - in genere ogni cinque anni, ma il tempo necessario può essere anche più lungo - aggiungendo nuovi ambiti determinati dall'evoluzione della società e dell'economia (come, appunto, gli animali di affezione) o eliminando quelli nel frattempo superati dalla stessa legislazione o magari relativi ad attività divenute obsolete (è il caso, ad esempio, della bachicoltura). L'ultima edizione è stata presentata ufficialmente ieri. «In sintesi, dove non esistono leggi specifiche, entrano in campo gli usi - spiega Mario Pozza, presidente dell'istituzione di piazza Borsa - L'obiettivo primario è fornire uno strumento per prevenire possibili contenziosi. Ringrazio i nostri uffici per il gran lavoro svolto perché la procedura di revisione degli usi è lunga e complessa: le operazioni sono iniziate con la richiesta di segnalazioni degli usi a tutti i soggetti interessati nei rispettivi territori come, Comuni, istituti universitari, ordini professionali e di categoria, altri enti pubblici».