Adria. Fallimento, conto alla rovescia per il Cantiere navale Vittoria: serve subito un investitore. Il caso arriva in Regione Veneto: ora cosa succede?

Le linee di credito al cantiere da parte delle banche non sarebbero state rinnovate, malgrado un portafoglio ordini da 114 milioni di euro e un magazzino da 38 milioni

Giovedì 25 Aprile 2024 di Guido Fraccon
Adria. Fallimento, conto alla rovescia per il Cantiere navale Vittoria

ADRIA (ROVIGO) - Il caso del cantiere Vittoria approda in Regione Veneto. La difficile situazione che stanno vivendo le maestranze del Cantiere navale Vittoria - se entro metà luglio la storica realtà adriese, specializzata nella progettazione e costruzione di imbarcazioni militari, paramilitari, commerciali e da trasporto, non troverà un investitore, scenderà lo spettro del fallimento - sarà al centro, l'8 maggio, di un tavolo convocato dall'assessore regionale al lavoro Elena Donazzan. La referente della giunta di Luca Zaia, ha convocato questo incontro dopo la sollecitazione del sindaco di Adria Massimo Barbujani. L'impresa infatti è stata ammessa al concordato preventivo prenotativo da parte del Tribunale di Rovigo e risulta già in fieri un piano di ristrutturazione omologato, al fine di traghettare l'azienda ad un possibile acquirente e poter terminare le ultime commesse.


L'APPELLO
Una missiva con la comunicazione dell'avvio del concordato preventivo era stata inviata da Barbujani, per conoscenza, anche al presidente del Veneto Luca Zaia e al ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. «Come riportano diverse testate giornalistiche, le linee di credito al cantiere da parte delle banche non sarebbero state rinnovate - aveva scritto il sindaco di Adria - malgrado un portafoglio ordini da 114 milioni di euro e un magazzino da 38 milioni.

L'intenzione della società, fondata nel 1927, tutt'oggi sotto il controllo della famiglia Duò, è quella di individuare un investitore cui cedere la maggioranza delle azioni».


In questo progetto di ristrutturazione aziendale rientrerebbe, per Barbujani, anche l'uscita, a settembre 2023, dal perimetro di Cantiere navale Vittoria del marchio Vittoria Yachts che si occupa di costruire e commercializzare imbarcazioni da diporto. Il capitale di Vittoria Yachts risultava, al momento dell'uscita, provvisoriamente controllato al 55% da Michele Zorzenon, amministratore delegato di Vittoria Yachts, mentre il restante 45% faceva capo alla società Magic Tree srl. Le quote di quest'ultima erano divise in un 80% in capo ad Alessandra Schettino, nipote del presidente del Cantiere Vittoria Paolo Duò, essendo figlia della sorella Paola, e al 20% ad Antonio Schiro.


LAVORATORI PREOCCUPATI
Cresce intanto la preoccupazione tra i lavoratori. Delle precedenti 70 unità ne sono rimaste solo una cinquantina. Diversi avrebbero preferito, viste le acque agitate - sono state cancellate commesse per 150 milioni - trovarsi un altro posto. Attorno all'indotto invece gravitano circa 200 persone. Secondo indiscrezioni che si fanno sempre più insistenti sarebbe in atto, all'interno della famiglia Duò, una sorta di braccio di ferro, dato peraltro già sottolineato dai sindacati durante l'incontro che si è svolto in sala Federighi e promosso da Fim-Cisl, Fiom Cigl e Uilm. «Un potenziale investitore è stato ricevuto in azienda nei giorni scorsi - confidano alcuni dipendenti - ma non è sortito nulla. Anzi i rapporti tra le parti, mancava peraltro l'amministratore delegato Stefano Lupi impegnato altrove, sono stati piuttosto freddi. Ogni giorno che passa la situazione diventa più complicata. L'impressione è che si attenda la metà del mese di maggio quando, forse, Francesco Osanna, imprenditore di Latina, potrebbe formulare un'offerta. Il nome di Osanna circola ormai da mesi, ma questo interesse finora non si è mai concretizzato in una proposta chiara. La nostra preoccupazione è che si voglia far fallire l'azienda, per far fuori' qualcuno, e acquistarla con poco».

Ultimo aggiornamento: 26 Aprile, 07:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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