VALVASONE ARZENE - Un cimelio riscoperto sotto la terra di una montagna fa riemergere dalle nebbie del passato il tragico destino dell'arzenese Aldo Spagnol.
L'INCIDENTE
Dalla cronaca dell'incidente accaduto nei cieli sopra l'Appennino il 13 maggio 1971 si scopre che Spagnol non ha avuto nemmeno il tempo di realizzare cosa stesse accadendo poiché il suo velivolo è scoppiato in volo, mentre il compagno di viaggio ha cercato una manovra di salvataggio in extremis eiettandosi dal suo aeroplano, ma senza alcuna fortuna. Sono trascorsi 50 anni da quei giorni che segnarono profondamente la comunità di Arzene e, in particolare, la famiglia di Aldo Spagnol la cui madre, Noemi Mangialenti alla soglia dei 100 anni, è ancora viva ed è tra le più anziane del paese.
LA SORPRESA
Tuttavia, dopo tanto tempo nei giorni scorsi un'inattesa visita ha fatto riemergere quei tristi momenti. Infatti, una delegazione dell'associazione aeronautica di Fidenza, proveniente dalla provincia di Parma, composta da quattro ex avieri, guidata dal colonnello Alberto Bianchi, ha chiesto un incontro alla consorella di Valvasone Arzene perché aveva degli oggetti di grande valore e correlati all'incidente occorso ad Aldo Spagnol da consegnare nelle mani del sindaco Markus Maurmair e del locale capo nucleo Giorgio Milani.
LE RICERCHE
Dell'incidente accaduto sul monte Pelizzone si sono interessati in molti nel corso degli anni e di recente anche il Gruppo ricercatori aerei caduti di Piacenza ha effettuato una campagna di esplorazione sulla montagna con moderni metal detector con una perlustrazione che ha coperto diversi chilometri quadrati ritrovando parti del velivolo pilotato da Spagnol. Piccoli frammenti della carlinga e alcuni componenti elettriche dei complessi meccanismi del F-84F sono stati raccolti e rappresentano una prova del tragico epilogo dell'aeroplano esploso in aria. Tuttavia, la sorpresa è stata riservata a due componenti dell'associazione, Arrigo Franconi e a Stefano Terret, che deviando di alcune decine di metri rispetto l'area in perlustrazione e dopo un solo flebile segnale si sono trovati tra le mani un oggetto inaspettato e di grande valore umano.
Si erano imbattuti nell'orologio, un cronografo, appartenuto al pilota friulano e che, a causa dell'esplosione, deve essergli stato strappato dal polso volando ancora più lontano di quanto si fosse immaginato. Il quadrante è gravemente danneggiato, con un piccolo foro. Ma non è tutto. Come spiega il sindaco Markus Maurmair, che con il vicesindaco Massimiliano Bellone ha accolto la delegazione emiliana e l'ha accompagnata in cimitero ad Arzene per visitare il piccolo monumento a ricordo di Spagnol, «quando Arrigo Franconi mi ha consegnato i frammenti del velivolo di Aldo il tempo si è fermato. E nella sala consiliare, in cui si è tenuta la cerimonia si sentiva il silenzio della commozione nel ricordo del giovane pilota. É stato un vero tuffo al cuore quando il ricercatore mi ha fatto notare come le lancette dell'orologio di Aldo fossero ferme a segnare le 10 e 32 proprio la stessa ora e lo stesso minuto in cui cinquant'anni fa morì nell'esplosione del suo aereo». L'Amministrazione ha preso in consegna le testimonianze e si vedrà ora come valorizzarle al meglio.