Una caldaia su tre non è a norma: «Tanti rischi senza manutenzioni»

Martedì 14 Maggio 2024 di Gabriele Pipia
Una caldaia su tre non è a norma: «Tanti rischi senza manutenzioni»

Oggi i termosifoni sono spenti, ma è comunque tempo di mettere in calendario l’intervento di manutenzione delle caldaie per evitare rischi durante l’estate e soprattutto il prossimo autunno.

Cna alza l’attenzione sul tema partendo da un dato: oggi in provincia di Padova un impianto su tre non è idoneo. Gli impianti censiti tra abitazioni, uffici e stabilimenti produttivi sono 468.431 impianti e se ne contano circa 46.000 di vecchia generazione. Più del 10%.

I NUMERI

L’associazione di categoria basa la propria analisi sui dati del catasto regionale degli impianti termici (Circe) ed evidenzia che per queste 46mila caldaie la manutenzione è particolarmente importante «perché il tecnico va a verificare la sicurezza dell’impianto».
I padovani, però, tendono spesso a dimenticare il controllo annuale, prescritto dalla normativa che regola la manutenzione degli impianti. Lo evidenzia uno studio condotto tra il 2020 e il 2022 dalla Provincia di Padova attraverso la società Padova Attiva, che dal 2002 organizza, cura e gestisce per conto i controlli sull’efficienza degli impianti termici.

I CONTROLLI

Nel periodo di riferimento la società ha effettuato 493 ispezioni in loco e rilevato 181 avvisi di impianti non idonei: oltre il 36% del totale. Nella maggior parte dei casi si è trattato di errori burocratici o di ritardi nell’adempimento dovuti anche alla pandemia, ma 52 ispezioni hanno dato un esito realmente negativo.

LA POSIZIONE

«La manutenzione degli impianti di riscaldamento - spiega Daniele Donà, presidente della categoria Installatori di Cna Padova - è molto importante ed è prescritta dalla legge con scadenze periodiche a seconda dell’impianto, in linea di massima annuali». 
La verifica sugli impianti ha tre obiettivi. Primo: la sicurezza, perché la regolare manutenzione della caldaia garantisce una maggiore protezione contro i rischi di asfissia, esplosione, incendio. Secondo: salvaguardia ambientale, perché una corretta combustione riduce l’emissione di sostanze inquinanti. Terzo: risparmio energetico, perché migliorando l’efficienza degli impianti termici si riduce la quantità di combustibile a parità di calore prodotto ottenendo anche un risparmio economico sulle spese di riscaldamento.

I RISCHI

«Le vecchie caldaie - continua Donà - sono quelle che comportano più rischi per la sicurezza e ad esempio va ispezionata la canna fumaria per evitare rischi dovuti all’esalazione di monossido. Un altro problema che abbiamo riscontrato talvolta riguarda le perdite di gas, che possono dare problemi di salute e, nei casi più gravi, causare esplosioni o incendi. Si tratta fortunatamente di casi rari, ma quando succede i rischi sono gravissimi».
«Gli impianti più moderni hanno comunque bisogno di manutenzione - continua Donà - ma per ragioni diverse. Negli impianti a pompa di calore e in quelli ibridi va controllato il circuito frigorifero: l’eventuale perdita di gas refrigerante non desta particolare preoccupazione per la nostra salute, ma è inquinante. Allo stesso modo le moderne pompe di calore hanno bisogno di controlli sulle batterie, che se non correttamente funzionanti influiscono sulla resa dell’apparecchio. In altre parole se non sono pulite consumano di più».
Tra i numerosi tipi di impianti, sono relativamente diffusi anche quelli a pellet o legna: «Se le canne fumarie non vengono mantenute pulite, il pericolo è evidente. Pensiamo a quanto sono numerosi i tetti in legno: non è difficile immaginare i possibili danni».

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