BELLUNO - Il Natale sulle piste da sci è stato all’insegna della confusione più totale.
LA CONFUSIONE
«C’è stata un po’ di confusione – ha ammesso Andrea Dal Farra, direttore marketing Alleghe funivie – ed è mancata la comunicazione. Anche noi abbiamo avuto qualche difficoltà ma è stata gestita. Come afflussi abbastanza bene. Oggi (ieri, ndr) è stata una giornata interlocutoria ma nei prossimi giorni aumenteranno le presenze. Siamo fiduciosi». Diego Clara, capo ufficio stampa Dolomiti Superki, ha raccontato che sulle loro piste non ci sono stati grossi problemi: «Tutto nella norma. Ora senza ffp2 il turista non può sciare, se la può prendere con chi vuole ma è così. Disguidi ce ne saranno sempre ma su 100 che hanno un problema, 100mila non ce l’hanno. Parliamo di numeri infinitesimali». Ad Auronzo invece, essendoci solo seggiovie, nessun obbligo di ffp2. «Ci sarebbe anche un quadriposto con cupola – ha precisato Fabio Da Via, presidente impianti Auronzo – ma abbiamo l’obbligo di tenerla aperta. Da noi basta la mascherina chirurgica. Dal giorno di Natale le presenze sono aumentate e dai sondaggi dovrebbe cominciare a breve un maggiore afflusso. Non si intende ovviamente un tutto esaurito ma siamo ottimisti».
L’ECONOMIA
Insomma, la stagione bianca è pronta per entrare nel vivo, norme permettendo. «Confidiamo sulla collaborazione delle forze dell’ordine e la comprensione della politica – ha sottolineato Grigoletto – È già la seconda volta che viene applicata una regola dalla sera alla mattina. Prima con gli stranieri ora con le ffp2. Forse il settore degli impianti a fune non sarà così fondamentale per l’apparato governativo ma per il territorio e il turismo montano sì». Nel settore degli impianti a fune c’è rassegnazione. «Come al solito il nostro comparto si adeguerà con adeguate informazioni allo sciatore nel rispetto delle norme di sicurezza e salute – ha concluso il presidente di Anef Veneto – ma di certo tutto questo non fa bene alla nostra economia e sono piuttosto seccato perché mentre chi ha emanato la norma magari era al cenone di Natale noi, proprio a causa di questa, abbiamo dovuto mettere in campo maggiori forze e tranquillizzare la nostra clientela visibilmente confusa e impreparata a questi repentini cambiamenti».