LAMON - BORGO VALBELLUNA - Non è vero che il Cas (Centro di accoglienza straordinaria) di Lamon sta per chiudere. A smentire una voce che gira da un po’ di tempo è il sindaco dell’altopiano, Loris Maccagnan. Ma in tema di migranti non è questa l’unica novità che giunge dalle amministrazioni della provincia che sono in prima fila. Lamon, innanzitutto. Il primo cittadino, si diceva, smentisce che il Cas sia a rischio chiusura per – questa la spiegazione a cui qualcuno continua a dare credito – ragioni legate agli impianti della struttura che li accoglie. Impianti che non sarebbero in grado di supportare le necessità della comunità che ormai qui ha da tempo trovato posto. «Piuttosto – dice lo stesso Maccagnan – è la cooperativa che gestisce la struttura che si chiede quanto potrà sostenere gli impegni». A creare difficoltà sarebbero da una parte la quota, ritenuta insufficiente, riconosciuta per ciascun migrante; dall’altra le incombenze che il protocollo sottoscritto impone alla cooperativa. Una serie di impegni che prevede, per esempio, anche l’insegnamento della lingua italiana.
L’ALTRO CASO
E proprio per garantire l’insegnamento della lingua italiana ai migranti ospiti della ex scuola di Cavassico Superiore, si è di nuovo dato da fare Stefano Cesa, il sindaco di Borgo Valbelluna.
I RESPONSABILI
Dopo una riunione in prefettura qualche settimana fa, ha detto: «Ora definiremo in maniera precisa quale sarà il soggetto responsabile della comunità di migranti di Cavassico Superiore e chi quindi dovrà occuparsene». Le ipotesi sono due. O la prefettura assegnerà l’affidamento diretto ad una cooperativa, ed è questo il modello per esempio in funzione a Lamon; oppure la assegnerà al Comune che poi dovrà a sua volta individuare una cooperativa, e magari anche altri soggetti a cui affidarsi. Come si ricorderà, fra gli undici giovani migranti accolti da Borgo Valbelluna, sette sono quelli che più di un mese fa avevano corso il rischio di dormire sotto il loggiato della Prefettura e che poi, scampato il pericolo di trascorrere una o più notti all’addiaccio, erano rimasti per quindici giorni a Cavarzano, dormendo all’interno della tenda allestita negli spazi vicini a villa Brizio Gradenigo, nell’area di pertinenza di villa Gaggia Lante, un soggiorno non privo di difficoltà vista, per esempio, la mancanza di luce elettrica nel bagno chimico allestito e considerando anche l’abbassamento delle temperature e l’arrivo della pioggia. Ma da quando sono stati assegnati nella ex scuola elementare di Cavassico Superiore, il 30 ottobre hanno ottenuto il permesso di soggiorno temporaneo: una prima conquista che permette loro di muoversi liberamente sul territorio nazionale.