BELLUNO - I nodi di quella che rischia di essere una sorta di Caporetto in termini di appalti di opere pubbliche, stanno venendo al pettine. Andato deserto il primo bando per i lavori di messa in sicurezza del liceo Tiziano, per un importo di 2 milioni di euro, è subito arrivato l'appello preoccupato del presidente della Provincia (stazione appaltante), Roberto Padrin, che giusto ieri invitava le aziende a farsi trovare pronte per la lunga serie di opere milionarie che stanno venendo avanti, prevalentemente legate al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). La risposta di Confartigianato non tarda ad arrivare nonostante i giorni di festa. Ed è lapidaria. «Sono anni che viene chiesta una revisione dei prezzi.
«Non possiamo lavorare in perdita»
«Non mi stupisco - afferma Zatta -. In questo momento le nostre imprese devono fare i conti con aumenti spropositati dei costi e non possono permettersi di lavorare in perdita. Non possono fare da banca, dato che i pagamenti avvengono successivamente. Se verranno perse le occasioni del Pnrr, non sarà certo colpa delle aziende edili, che anzi sono pronte a lavorare, ma non tutte a condizioni di riserve e revisioni in corso d'opera. Senza contare i tempi stretti per certi interventi».
La richiesta degli edili di Confartigianato è di una revisione complessiva dei prezziari. «Che sia in linea con la situazione attuale del mercato dei materiali, con i costi energetici e con tutto quello che ne consegue - conclude Zatta -. Chiediamo alla politica di essere consapevole di questo e di prendere le dovute misure per risolvere il problema, e di prevedere forme di incentivazione alla rete d'impresa». La posizione di Confartigianato è chiara e mette in evidenza, una volta di più, lo scollamento della politica dal mondo reale. I prezzi, soprattutto delle materie prime saliti vertiginosamente in questi due anni. Erano state undici le aziende invitate al bando, tutte locali, ma nessuna di queste ha risposto alla chiamata. Intanto stanno arrivando altri nuovi bandi come quello sull'Iti Segato, per 3 milioni, e sul Negrelli di Feltre per 16. Il caso Tiziano, insomma, rischia di essere solo la punta di un iceberg.