L'onestà intellettuale impone di riconoscere che grazie ai vaccini non ci sono più morti in massa

Domenica 17 Settembre 2023

Gentile direttore,
nella sua risposta del 13 settembre al signor Gentilini mi sembra che qualche inesattezza scientifica venga anche da parte sua propria e cioè quando lei dice che grazie al vaccino il Covid è stato sconfitto. Come si spiega allora il 40% dei contagi giornalieri di cui ci informano giornali e TV da qualche settimana e la necessità di un'altra dose di vaccino per i soliti fragili o over sessanta, al momento non obbligatoria ma domani, visto gli illustri precedenti, non è detto che non lo debba diventare? Possiamo avere finalmente l'onestà intellettuale e/o la correttezza scientifica di ammettere che l'unica cosa vera e certa al presente è che quello che hanno imposto nel nostro mondo occidentale non è un vaccino e che il Covid non è stato sconfitto?

Donatella Ravanello
Jesolo


Cara lettrice,
ciascuno ha le proprie convinzioni, ma le chiedo: possiamo avere, a pandemia conclusa, l'onestà intellettuale di riconoscere che il Covid non riempie più le terapie intensive dei nostri ospedali? Possiamo avere l'onestà intellettuale per riconoscere che non si contano più decine di morti al giorno per o a causa del Covid? Possiamo avere l'onestà intellettuale per affermare che il 40% di incremento di casi che si registra in queste settimane è calcolato su una base numerica talmente ridotta da non generare alcun tipo di particolare allarme medico e ospedaliero e che il 90 per cento dei casi registrati sono forme di infezione blanda e quindi facilmente curabile? Possiamo avere l'onestà intellettuale per affermare che il consiglio ai più fragili di farsi il vaccino è una semplice norma di buona sanità non diversa da quella che ogni inizio inverno consiglia alle stesse categorie il vaccino anti influenzale? Possiamo avere l'onestà intellettuale di riconoscere che obiettivo dei vaccini (legga ad esempio gli studi pubblicati dall'Istituto San Raffaele di Milano) non era debellare definitivamente il Covid, ma proteggere le persone dal virus ed evitare le conseguenze più gravi e letali? Possiamo avere l'onestà di intellettuale di riconoscere che nonostante errori e scelte discutibili (ne cito solo una: il numero eccessivo di settimane di Dad per gli studenti, il triplo rispetto alla Francia), il Covid, dopo le campagne di vaccinazione, non rappresenta più un incubo e non condiziona più le nostre vite quotidiane? E infine: possiamo metterci d'accordo su cosa significa onestà intellettuale? Perché se significa che comunque quello che di cui ciascuno è convinto è sempre e comunque indiscutibilmente vero e la realtà dei fatti non conta nulla, allora è meglio cancellare questa espressione dal vocabolario.

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