La speranza di poter arrivare ad un vaccino efficace contro tutte le varianti del virus SarsCoV2 si fa più concreta. L'Istituto superiore di sanità (Iss) ha infatti messo a punto un nuovo prototipo di vaccino basato su una proteina comune a tutte le varianti ed i test preclinici condotti su topi ne hanno evidenziato l'efficacia.
Lo studio Iss
L'auspicio è che questo nuovo studio possa trovare conferme successive anche nei test sull'uomo, rappresentando così una svolta nella lotta alla pandemia.
💉Second generation anti-SARS-COV-2 vaccines: Italian researchers find an unconventional method to induce protective and durable CD8+ T cell immunity based on extracellular vesicles engineered with the N viral protein.https://t.co/xuH6PL7U0D
— Viruses MDPI (@VirusesMDPI) February 10, 2022
Le caratteristiche
Lo studio si basa su una proteina comune a tutte le varianti, la proteina N, e si evidenzia una protezione duratura anche su cariche virali elevate. Appena pubblicato sulla rivista Viruses e condotto dai ricercatori del Centro Nazionale per la Salute Globale dell'Iss, lo studio ha dimostrato che questo approccio innovativo genera una risposta immunitaria efficace e duratura in topi infettati con SarsCoV2. La strategia alla base del nuovo potenziale vaccino ha selezionato come bersaglio appunto la proteina N che, al contrario della più nota Spike coinvolta nello sviluppo degli attuali vaccini, non mostra quasi alcuna mutazione tra le varianti di SarsCoV2 finora note. Il metodo con cui è usata in questo studio la proteina N genera inoltre una memoria immunitaria a livello polmonare che potrebbe essere garanzia di effetto protettivo duraturo. Attualmente, anche le aziende farmaceutiche Pfizer-BioNTech e Moderna hanno annunciato l'avvio dei test clinici specifici contro Omicron per i loro vaccini, che utilizzano la tecnologia a mRna. I risultati di vari studi, rileva infatti l'Agenzia europea dei medicinali Ema, mostrano che l'efficacia dei vaccini contro la malattia sintomatica è inferiore per Omicron rispetto ad altre varianti e tende a diminuire nel tempo. Tuttavia, questi studi dimostrano anche che la vaccinazione continua a fornire un elevato livello di protezione contro malattie gravi e ospedalizzazioni legate a Omicron.
Novavax
Anche il nuovo vaccino americano Novavax, a base proteica come i vaccini antinfluenzali e che dovrebbe arrivare in Italia dal 24 febbraio, presenta dati limitati rispetto all'efficacia contro Omicron. Gli studi principali su cui l'Ema si è basata per valutarlo, studi in cui il vaccino mostrava un'efficacia del 90%, sono stati condotti infatti sul ceppo originale di SarsCoV2 e alcune varianti come Alpha e Beta. Insomma, commenta il virologo Fabrizio Pregliasco, «gli attuali vaccini sono solo parzialmente efficaci contro Omicron. Il dato importante è che le mutazioni ad oggi viste sono tutte relative alla proteina Spike del virus SarsCoV2, mentre il nuovo studio Iss dimostra come la proteina N del virus rimanga invariata ed è dunque presumibile che rimanga tale anche in eventuali varianti non ancora scoperte o future». Ci vorrà ancora del tempo, non essendo iniziati i test sull'uomo, ma , conclude l'esperto, «la speranza è che si apra effettivamente la strada per un vaccino 'jolly' efficace contro tutte le varianti».